Non sono passate nemmeno ventiquattro ore e l’azienda di food delivery Glovo, travolta dalle polemiche, ha fatto retromarcia. Dopo aver introdotto un “bonus” per i rider che effettuano consegne sotto il sole cocente, la piattaforma ha confermato che sospenderà la misura. Almeno «temporaneamente». A comunicarlo la segretaria nazionale della Felsa Cisl, Silvia Casini, al termine di un incontro con l’azienda: «Le misure sui contributi saranno revisionate dentro a un confronto sindacale che proseguirà nei prossimi giorni».

Saltano quindi gli “incentivi” per i fattorini in caso di consegne effettuate, nei mesi di luglio e agosto, nelle ore più calde della giornata. Una manciata di spiccioli, come aveva svelato la Nidil Cgil: aumenti del 2 per cento tra i 32 e i 36 gradi, del 4 tra i 36 e i 40 gradi, e dell’8 per cento per temperature superiori ai 40 gradi. Compensi extra che in realtà contenevano un messaggio implicito e spingevano i rider a lavorare nelle ore più pesanti.

Fino a mercoledì sera Glovo aveva difeso il contributo, spiegando che nasceva «come una misura compensativa e non rappresenta un incentivo alla prestazione». «È l’ammissione di un grave errore di comunicazione e di impostazione, ma il punto è cosa succederà ora. Le piattaforme devono dare ai rider più informazioni sui rischi del caldo e offrire loro acqua e sali minerali», dice a Domani Roberta Turi, segretaria nazionale della Nidil Cgil.

La Felsa Cisl ha anche parlato con i vertici di Deliveroo, altro grande operatore delle consegne a domicilio, che alcune voci davano pronto a seguire la via di Glovo. Una strada che, dopo il passo indietro dell’azienda spagnola, per ora pare scongiurata. Le ripercussioni politiche del “bonus caldo”, comunque, non si sono placate, con il Movimento 5 stelle che ha confermato l’intenzione di presentare un’interrogazione alla ministra del Lavoro Marina Calderone.

Ordinanze violate

L’ondata di calore che negli ultimi giorni ha colpito l’Italia, intanto, non accenna a fermarsi. Giovedì erano 18 le città da bollino rosso, mentre venerdì arriveranno a 20. Sabato e domenica sono attesi temporali e un calo termico al Nord. Giovedì si sono registrati problemi sull’autostrada A4 Venezia-Milano, dove gli ingressi ad alcuni caselli sono stati chiusi per deformazioni dell’asfalto dovute al calore, e a Genova una dozzina di operai delle officine Ansaldo sono finiti in infermeria: negli spogliatoi di Fegino, privi di climatizzazione, si sono raggiunti i 40 gradi.

Il caldo è diventato insostenibile anche per i dipendenti della Relevi, impresa con sede nel mantovano che si occupa di prodotti per l’igiene e la deodorazione della casa. Qui uno sciopero di due ore, a cui ha aderito il 90 per cento dei lavoratori, si è tenuto lunedì, ma un altro è stato proclamato per i prossimi giorni. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un sopralluogo all’Ats locale: per i sindacati nei capannoni si arriva anche a 38 gradi, mentre l’azienda si sarebbe limitata a installare semplici ventilatori da casa.

In Basilicata il presidente Vito Bardi, di Forza Italia, ha firmato un’ordinanza per disporre la sospensione dei lavori nei cantieri – oltre che nelle imprese agricole – durante le ore più calde, ma da Nord a Sud si moltiplicano le denunce di mancato rispetto dei divieti. «Ci arrivano segnalazioni di persone nei campi dell’Agro Pontino anche a mezzogiorno, serve una task force per potenziare i controlli», ha detto Islam Kotb, segretario generale della Fai Cisl di Latina. A Modena, invece, la Fillea Cgil ha segnalato violazioni dell’ordinanza regionale in cinque cantieri.

Provvedimenti di questo tipo sono stati adottati in poco più della metà delle regioni, che di fatto hanno anticipato il governo nazionale. Ci sono però varie eccezioni, anche in aree molto colpite dal caldo di questi giorni. In Trentino, ad esempio, l’amministrazione del leghista Maurizio Fugatti ha ignorato l’invito dei sindacati, scegliendo di andare controcorrente. «Non faremo nessuna ordinanza anti-caldo, non siamo mica l’Emilia-Romagna. Ai lavoratori il consiglio resta sempre lo stesso: bere tanto e frequentemente», ha detto l’assessore provinciale al Lavoro Achille Spinelli.

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