Ha raccolto migliaia di persone il corteo organizzato a Milano ieri contro l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass: numeri che non si erano ancora mai visti in queste settimane di proteste, organizzate per lo più attraverso i social. E anche se non ci sono state violenze, le forze dell’ordine (schierate in numero insufficiente a contenere i manifestanti) hanno faticato nel delimitare il percorso della dimostrazione.

La manifestazione a Milano

Erano più di 15mila i manifestanti che ieri hanno attraversato la città, gridando cori contro il governo Draghi e inneggiando alla libertà. Ma anche con espressioni di solidarietà verso i portuali di Trieste e il loro sciopero contro l’obbligo di green pass, come “Trieste chiama, Milano risponde” e “giù le mani dal lavoro”. La composizione del corteo partito da piazza Fontana alle 17 e inizialmente diretto alla sede della Rai milanese era decisamente eterogenea: gente di tutte le età, un gruppo di persone che sventolava bandiere rumene, manifestanti che portavano croci e definivano “bestemmie” i vaccini e anche un piccolo contingente di anarchici.

Proprio gli anarchici hanno contribuito a scaldare la situazione dopo una partenza tranquilla, nella quale si è evitato che il corteo deviasse dal suo percorso grazie ai presidi delle camionette della polizia, messe a protezione di obiettivi sensibili come la sede della Cgil e il palazzo di Giustizia. Poco dopo piazza della Repubblica, a un incrocio, gli anarchici in testa al corteo hanno iniziato a tentare di far deviare il percorso: i pochi agenti di polizia presenti, in quel momento una ventina per diverse migliaia di manifestanti, hanno iniziato a inseguirli e faticato a riportare l’ordine.

Da quel momento il corteo non ha più seguito un percorso lineare verso la Rai, ma ha continuato a deviare, fino ad arrivare quasi all’imbocco di corso Garibaldi: lì sono arrivati altri poliziotti e, nonostante ci sia stato qualche momento di tensione, i manifestanti non hanno tentato di sfondare le linee. 

La dimostrazione non si è ulteriormente infiammata, ma le forze dell’ordine alla testa del corteo di fatto non sono più state in grado di riportare i dimostranti sul loro percorso.

«Fuori la Digos dal corteo», hanno iniziato a gridare i manifestanti, mentre imboccavano varie traverse per evitare i posti di blocco della polizia, senza più riprendere la strada verso la sede della Rai e tornando invece verso il Duomo, dove la manifestazione ha iniziato a scemare.

Un corteo eterogeneo

Uno degli organizzatori del corteo era presente alle manifestazioni no green pass di venerdì, davanti al palazzo di Giustizia, alle quali hanno però partecipato poche persone. «Voi avete solo delineato una divisione del popolo, non sto dando la colpa a voi», ha detto venerdì ai giornalisti. «Ma la colpa è del governo, noi stiamo cercando di difendere i nostri diritti costituzionali». Le bandiere rumene invece erano sventolate da un gruppetto di una dozzina di camionisti, che hanno riconsegnato le chiavi dei loro mezzi alle aziende, perché non vogliono vaccinarsi.

Il porto di Trieste

Non sono riusciti a bloccare il porto di Trieste i lavoratori ai quali il corteo milanese di ieri esprimeva la sua solidarietà. Ma hanno comunque continuato a protestare davanti al varco 4. Lo sciopero del Coordinamento lavoratori portuali (Cplt) è stato dichiarato illegittimo dalla commissione di Garanzia: al vaglio della Digos ci sarebbero già diverse denunce, che potrebbero scattare a breve. «Il porto di Trieste non si è fermato e continua a lavorare», ha comunicato ieri l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, «nonostante la decisione di alcune componenti dei lavoratori di aderire alla protesta anti Green pass sfociata da ieri nella manifestazione davanti al varco 4 dello scalo giuliano».

Il Clpt, intanto, ieri ha denunciato in questura l'Agenzia per il lavoro portuale di Trieste perché farebbe lavorare alcuni dipendenti senza il certificato verde, nella «consapevolezza che non ne sono in possesso». Lo ha detto il portavoce del Coordinamento, Stefano Puzzer, che ha affermato: «Ci aspettiamo che venga chi di dovere a fare i controlli del caso».

Tensioni anche a Genova

I no green pass hanno manifestato anche a Genova. In piazza De Ferrari rieri si sono radunati circa 350-400 persone, mentre sono rimasti chiusi alcuni varchi portuali. Lì il clima si è scaldato nel pomeriggio, al varco Etiopia dove erano presenti circa 200 i manifestanti: c’è stato qualche momento di tensione, poi rientrato, tra gli attivisti e la polizia municipale, che aveva chiesto di spostare alcuni mezzi.

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