Chiedere il green pass non è una violazione della privacy. All’indomani della decisione da parte del governo di estendere l’obbligo della certificazione a tutti i lavoratori, il Consiglio di stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio e respinto la richiesta di quattro cittadini non vaccinati. Secondo i quattro, il green pass pregiudicherebbe la riservatezza sanitaria e sarebbe in contrasto con la disciplina europea sulla protezione dei dati. 

La decisione cautelare 

Pronunciandosi in sede cautelare, il Consiglio di stato ha stabilito che «restando salva la libera autodeterminazione dei cittadini che scelgono di non vaccinarsi, risulta prevalente l'interesse pubblico all'attuazione delle misure disposte attraverso l'impiego del green pass, anche considerando la sua finalità di progressiva ripresa delle attività economiche e sociali». 

Il Tar del Lazio si era espresso il 2 settembre anche su un altro caso, relativo nello specifico all’obbligo della certificazione verde per il personale scolastico: aveva respinto le istanze dei ricorrenti che chiedevano di sospendere i provvedimenti adottati dal ministero dell’Istruzione. 

Il 16 settembre il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità l’estensione dell’obbligo di green pass a tutti i lavoratori, che entrerà in vigore a partire dal 15 ottobre. 

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