«Io vengo dal Senegal, sono un operaio, ho affittato la casa dal signor Zappalà». A parlare così è l’inquilino di un piccolo appartamento in centro a Biella, in Piemonte, che racconta di un altro capitolo della saga del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove: il fiuto per gli affari immobiliari. Un fiuto che condivide con un vecchio amico del suo cerchio magico.

I guai di Pozzolo

Il compagno di ventura si chiama Davide Zappalà, imprenditore, è amministratore di una società che si occupa di ristrutturazione, ma anche assessore ai lavori pubblici del comune di Biella, il feudo del sottosegretario, presente anche lui alla festa di capodanno a Rosazza, finita con il botto e un ferito. A inizio gennaio sono stati ascoltati dalla procura perché entrambi presenti in quella serata trasformatasi in un guaio politico per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che poi ha sospeso Emanuele Pozzolo, il deputato pistolero.

«Pozzolo aveva tra le mani questa pistola, a me sembrava un accendino altrimenti gli avrei detto di rimuoverla, non si gioca con un’arma in un posto con dei bambini», dice uno dei partecipanti alla serata che garantisce: «Demastro era fuori».

L’incidente è diventato una questione politica sia per il ruolo pubblico dei partecipanti, ma anche perché dallo sparo in poi Pozzolo ha cominciato a seminare dubbi e sospetti prima di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai pubblici ministeri. I messaggi in bottiglia del deputato ripudiato lasciano aperta solo la vicenda politica, quella giudiziaria dovrebbe avere un esito prevedibile. Lui dice di non aver sparato, si attende la perizia balistica dopo gli esiti positivi dello stub (l’analisi di tracce di polvere da sparo), corroborati dalle testimonianze del ferito e del suocero, Pablito Morello, capo scorta di Delmastro.

Pozzolo potrebbe, se non ci saranno colpi di scena, risarcire il ferito Luca Campana che ritirerebbe la querela per lesioni colpose. Ma anche se dovesse emergere un altro pistolero sarà comunque Pozzolo a pagare il prezzo della bravata perché la pistola era sua e per questo è indagato per porto illegale di arma da fuoco, rischia da due a sette anni. Quell’arma, accusa la procura, doveva restare a casa perché è da collezione, si può portare al poligono due volte all’anno solo con l’autorizzazione della questura. Alla serata c’erano anche consiglieri comunali, assessori, poliziotti penitenziari, Francesca Delmastro, sindaca di Rosazza e sorella del sottosegretario. Tutti legati da rapporti familiari, politici e anche d’affari con il fedelissimo di Giorgia Meloni.

La casa con lo sconto

Zappalà e Delmastro non condividono, infatti, solo la passione politica, la militanza e le serate col botto, ma anche un investimento comune. In via Marconi, a Biella, poco distante dal Battistero di San Giovanni Battista, simbolo della città, e a un minuto dal palazzo di Giustizia c’è un edificio di tre piani, sei appartamenti. Uno è di proprietà del sottosegretario. Domani aveva già raccontato l’abbrivio di questa vicenda, ma adesso emergono nuovi particolari che cementano un legame di militanza e di mattone.

All’epoca dell’acquisto Delmastro non era ancora sottosegretario alla Giustizia e neanche imputato per aver girato all’amico parlamentare Giovanni Donzelli informazioni riservate sul caso dell’anarchico Cospito, utilizzate per colpire l’opposizione in aula. Siamo nel giugno 2020 quando l’esponente di Fratelli d’Italia, allora deputato di opposizione, ha comprato l’appartamento dalla Piccola Casa della divina provvidenza “Cottolengo”.

All’ente ecclesiastico, che si prende cura dei più bisognosi, ha versato 28mila euro per 42 metri quadri con una garage di 16. Non si tratta di un alloggio di lusso, ma di un buon affare: da una stima fatta sui siti specializzati, in quella zona con quella dimensione, un appartamento può costare fino a 48mila euro.

«Possiamo dirle di aver provveduto a stime immobiliari per definirne il valore di mercato che di fatto in fase di contrattazione ha subito una riduzione del 15 per cento rispetto alla richiesta», avevano risposto a Domani dalla Casa divina provvidenza, aggiungendo: «Purtroppo negli anni le diverse crisi economiche susseguite hanno colpito in modo drastico il settore tessile, sul quale di fatto si basava l'economia del territorio. La conseguenza della chiusura di tantissime realtà industriali ha provocato una contrazione della richiesta di alloggi nella zona e quindi una svalutazione importante degli stessi. Poi ci sono i costi di gestione di diversi immobili così si sta procedendo ad una loro liquidazione».

Il notaio suggeriva di accertare tramite esperto di loro fiducia la situazione edilizia di quanto dedotto in contratto e «procurarsi il rilascio, da parte di tale esperto, di una relazione di “regolarità edilizia" che nonostante il suggerimento del notaio, le parti non hanno ritenuto di far redigere», si legge nell’atto.

La compagna dell’assessore

Delmastro non ha comprato quell’appartamento da solo, ma ha condiviso l’acquisto con Rania Hamada Mohammed Mohammed Abdelsalam, nata in Arabia Saudita, cittadina egiziana, è la moglie dell’assessore Zappalà. La signora è nell’albo dei consulenti del tribunale di Biella come traduttore, esperta di lingua inglese e araba. Così la chiamiamo per avere lumi sull’acquisto, ma si intromette una voce maschile.

«Sono Zappalà, non capisco la ragione di questa domanda e di questo interesse. Avevamo voglia di fare un acquisto congiunto, comunque l’abbiamo messa a reddito, è stata affittata a uno straniero». Dalla politica al mattone, Delmastro e Zappalà sono inseparabili.

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