ll fenomeno baby gang è la prima preoccupazione per bambini e adolescenti di insegnanti, genitori e operatori del terzo settore.

Questo è uno dei dati che emerge da un’indagine promossa dall’impresa sociale Con i Bambini e realizzata dall’Istituto Demopolis. Il sondaggio dal titolo “Quanto futuro perdiamo?” ha portato gli intervistati, un campione di 3450 persone, a riflettere su scuola e mondo dell’infanzia, e dell’adolescenza passando dalla scuola alle abitudini dei più giovani.

L’abbandono scolastico

Uno dei dati portati all’attenzione del mondo adulto è che nell’ultimo anno più di 80 mila bambini o adolescenti non hanno maturato abbastanza presenze a scuola per essere scrutinati. Una popolazione delle dimensioni della città di Como ha fatto troppe assenze e, per questo, è stata bocciata. Nonostante la preoccupazione legata a questo dato, il 61 per cento degli intervistati ritiene sia giusto, anche di fronte ai disagi legati alla pandemia, bocciare chi eccede nelle assenze.

Per quanto riguarda le scuole, il primo problema viene riconosciuto nella fatiscenza delle strutture. Secondo il 64 per cento del campione, infatti, gli edifici scolastici sono troppo vecchi. Passando al versante contenuto, inadeguati sono anche i piani di recupero offerti dalle scuole per i ragazzi in difficoltà, una criticità evidenziata dal 58 per cento dei partecipanti.

In totale oltre la metà degli italiani (il 51 per cento) ritiene che le risorse del Pnrr destinate ai minori siano sufficienti per rispondere ai problemi della scuola e degli studenti.

Il merito

Demopolis si è occupata anche di sondare il terreno sulla percezione del merito, tema che nelle ultime settimane è stato particolarmente inflazionato nel dibattito pubblico dopo il cambio di denominazione voluto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del ministero dell’istruzione, divenuto ministero dell’istruzione e del merito.

Secondo la maggior parte degli adulti intervistati devono essere supportati i docenti capaci di proporre metodi didattici innovativi specie nelle aree più disagiate del paese. Tuttavia, solo meno del 30 per cento crede che il merito di aver adottato didattiche vincenti vada riconosciuto ai singoli docenti indipendentemente dal contesto sociale in cui agiscono. 

Le diseguaglianze tra i ragazzi, invece, sembrano essersi accentuate, così come notato per il fenomeno dell’abbandono scolastico, soprattutto dopo il periodo pandemico. A pensarla in questo modo sono il 74 per cento degli intervistati. Inoltre, solo quattro adulti su dieci ritengono adeguato il contesto in cui vivono in termini di “facilities”: strutture sportive, scuole, spazi verdi attrezzati. 

L’Italia «spaventata»

Secondo quanto sostiene il direttore di Demopolis, Pietro Vento, la fotografia scattata dall’indagine ritrae «un’Italia adulta che all’indomani dell’emergenza pandemica si scopre “spaventata”». A tal proposito, sostiene Vento, «la principale preoccupazione individuata dai cittadini, pensando ai bambini e agli adolescenti nel nostro Paese, è con il 76 per cento di citazioni la diffusione della violenza giovanile e delle baby gang, ma anche gli episodi di bullismo o cyberbullismo e il consumo di alcol e droga per il 63 per cento degli intervistati». 

Le letture possono essere diverse. Da una parte la cronaca ha fatto emergere di recente molti casi, dall’altra l’opinione pubblica italiana si scopre, “bacchettona” nei confronti dei ragazzi: «Un paese che stenta a fare autocritica, ma appare molto critica sulle derive più estreme del disagio fra i ragazzi», si legge nell’abstract. Che tra l’altro riguarda «situazioni circoscritte e marginali, per quanto gravi».

Il fenomeno delle baby gang secondo tre quarti degli intervistati potrebbe essere superato se i genitori non solo conoscessero meglio i figli ma li controllassero anche di più. Inoltre, più della metà degli adulti ritiene che sia necessaria una stretta legalitaria da attuare con una rafforzata presenza di forze dell’ordine nelle scuole e maggiore sorveglianza delle chat online da parte della polizia postale. 

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