La decisione comunicata questa mattina. Il presidente, ex socio di Equalize con Carmine Gallo, è indagato a piede libero dalla procura di Milano per i presunti dossieraggi. I pm hanno chiesto i domiciliari: attesa la decisione del Riesame
Si era autosospeso dalla presidenza della Fondazione Fiera Milano all’indomani del coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Milano sui presunti dossieraggi. Oggi il colpo di scena. Enrico Pazzali, l’indagato a piede libero su cui è attesa la decisione del Riesame sui domiciliari, torna alla guida dell’ente.
La mattina di mercoledì 4 giugno il manager e socio – insieme al poliziotto Carmine Gallo, scomparso a marzo scorso – della Equalize ha comunicato la revoca dell’autosospensione. Tradotto: Pazzali, punto di riferimento della destra lombarda, torna presidente della Fondazione, riacquistando tutte le deleghe operative almeno fino all’approvazione del bilancio. Il suo mandato scade infatti tra circa un mese.
cosa succede ora
«È una persona che ho sempre stimato e che continuo a stimare». Le parole del governatore della Lombardia Attilio Fontana, all’indomani della notizia sull’indagine meneghina riguardante Equalize e l’amico manager Enrico Pazzali, non lasciavano dubbi. Dal leghista sostegno nei confronti del presidente della Fondazione Fiera Milano che, tuttavia, a ottobre scorso, decideva di autosospendersi dalla guida di uno degli enti pubblici più ricchi del capoluogo lombardo. Oggi che Pazzali torna in sella – decisione presa a circa un mese dalla scadenza del suo secondo mandato – sembra proprio che Fontana dovrà fare un passo indietro: secondo le indiscrezioni seguite all’ufficializzazione della revoca dell’autosospensione, la destra sarebbe pronta a scaricare l’ex socio in affari del poliziotto Carmine Gallo, scomparso il 9 marzo.
Una questione di opportunità, considerata l’inchiesta in corso in cui Pazzali è indagato (a piede libero) anche per associazione per delinquere e per il quale i pm hanno chiesto di nuovo i domiciliari: una richiesta su cui dovrà pronunciarsi il tribunale del Riesame.
In pole, per la successione del manager – per cui nulla vieterebbe un terzo mandato – ci sarebbe Giovanni Bozzetti, uomo di Fratelli d’Italia, il cui nome, in base a quanto trapela, metterebbe d’accordo sia l’amministrazione regionale sia quella comunale. L’ultima parola spetterà infatti al Consiglio regionale della Lombardia che, da statuto, nominerà il nuovo presidente dell’ente fieristico su designazione della Giunta e d’intesa col Comune guidato da Beppe Sala. Intanto in questo mese – l’ultimo? – da presidente, Pazzali potrà approvare il bilancio e rimettere mano ai progetti della Fondazione di cui è al vertice dal lontano 2019 con un compenso di 270mila euro l’anno.
«Eravamo sconcertati dal fatto che non si fosse dimesso, solo autosospeso, ma non immaginavamo che avrebbe avuto il coraggio di tornare al suo posto. Questo è inaccettabile e bisogna chiarire la posizione di Fontana. Perché è così succube di Pazzali?», ha commentato Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione Lombardia. Al dem ha replicato il governatore in persona: «Idiozia che io sia sotto scacco. La Fondazione è libera e il garantismo è un principio di cui vado orgoglioso».
Pazzali in effetti deve alla destra milanese la sua ascesa: è grazie all’appoggio del presidente del Senato che la carriera del manager bocconiano, classe 1964, decolla. Nel 2009 Pazzali viene promosso a ad di Fiera di Milano spa, con il futuro governatore Fontana sulla poltrona di vicepresidente insieme alla berlusconiana Licia Ronzulli. Ma non importa che Pazzali nel 2015 abbia lasciato un’azienda coi bilanci in rosso: nonostante questo, dopo un periodo a Roma, chiamato dal governo di Renzi come amministratore di Eur spa, torna infatti a Milano e sale al piano superiore: dalla società quotata in Borsa passa alla Fondazione che la controlla. Poi, l’anno scorso, la grana di Equalize: Pazzali, secondo gli atti, sarebbe stato punto di intersezione tra le linee del potere e la base di dossieraggio. Molti nelle carte giudiziarie i riferimenti alla politica, non ricattata ma probabile beneficiaria di dossier prodotti nella fabbrica di informazioni riservate.
Qualche esempio? Il presidente non più autosospeso si sarebbe interessato alle elezioni regionali lombarde del 2023. Dalle informative vengono resi noti i contatti, oltre che con La Russa e Santanchè per svariate vicende, tra lo staff del candidato Fontana e Pazzali stesso: contatti datati novembre 2022, quando cioè gli spioni stavano già lavorando a un dossier su Letizia Moratti, rivale del leghista. A oggi però la grande amicizia con Fontana ha lasciato spazio a un certo imbarazzo.
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