I vigili del fuoco hanno individuato il corpo privo di vita di un disperso, è l’ottava vittima della frana di Casamicciola, sull’isola di Ischia. Sono in corso le operazioni di recupero della salma. Si tratta di un uomo non ancora identificato.

Scende così a quattro il numero dei dispersi dopo la frana di Ischia di sabato scorso. I Vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte. Scavando a mani nude hanno cercato le persone che ancora mancano all'appello, dopo il ritrovamento dei sette cadaveri, tra cui un neonato di neppure tre settimane. Le squadre hanno continuato a cercare, soprattutto nel punto in cui è stata trovata la bambina con il fratello, perché è molto probabile, «che in quel punto ci siano gli altri dispersi» come ha detto il capo della comunicazione dei Vigili del fuoco Luca Cari. Le difficoltà aumentano perché è difficile raggiungere quel luogo, e attualmente ci si può arrivare soltanto a piedi. Il fango, inoltre, è ancora molto alto e si rischia di affondare.

Aniello Di Iorio, geologo di Ischia, ha detto che «non esistono piani di evacuazione nonostante i numerosi rischi a cui è esposta l’isola: vulcanico, sismico e di smottamenti».

Dopo un sopralluogo nell’isola il geologo ha aggiunto: «Da anni cerco di farlo capire a istituzioni e associazioni della zona. Inoltre buona parte del versante nord e specialmente Casamicciola Terme, dopo la frana di due giorni fa, sono ancora ad alto rischio per quando riguarda lo slittamento di frane che poi indebolendo i versanti da cui si staccano, impostano altre frane».

(AP Photo/Salvatore Laporta)
(AP Photo/Salvatore Laporta)

Intanto, dopo che domenica si è consumata la discussione sulla decisione di Giuseppe Conte di agevolare le pratiche di regolarizzazione di edifici costruiti sull’isola quando era premier, scelta che si avvicina molto a un condono, oggi tocca l’argomento anche il numero uno della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che domenica ha raggiunto Ischia. 

«Il tema della presenza antropica e il rapporto con la natura è tipica di questi rischi. L'abusivismo edilizio costituisce sicuramente un problema, ma in tante altre zone pur mancando costruzioni abusive si verificano comunque dei disastri ambientali. A Ischia c'è un abusivismo acclarato e quindi il rischio e' maggiore. Ma spesso capita che si verifichino delle pianificazioni edilizie sbagliate, nonostante siano in regola con la legge, in aree dove la natura reclama i suoi spazi e dove quindi non si può vivere in piena sicurezza. L'assioma disastro ambientale uguale abusivismo edilizio non sempre funziona» dice in un’intervista alla Stampa. Ma sui giornali di oggi parlano anche altri rappresentanti politici.

Per Pichetto Fratin bisogna cambiare approccio

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Contro l'abusivismo edilizio a Ischia «secondo me basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti coloro che lasciano costruire» ha detto il ministro il ministro all'Ambiente e alla Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da Rtl 102.5. Alla domanda se è d'accordo con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, secondo cui bisogna demolire, il ministro ha risposto: «Io confischerei ciò che è abusivo, valutando poi caso per caso ciò che è pericoloso e che va demolito».

Intervistato dal Corriere della Sera, in merito al tema della sicurezza del territorio tragicamente tornato in primo piano in seguito ai fatti di Ischia, il ministro invece sottolinea che «gli errori locali si sommano a quelli globali. Questa combinazione provoca le tragedie che siamo costretti a vivere. Parlo di abusivismo, incuria del territorio, cattiva manutenzione delle infrastrutture e imperfetto utilizzo dei fondi per la tutela del territorio. E ora il clima sta cambiando, dunque deve cambiare l'approccio nel fare le opere».

Ci sono un milione e mezzo di edifici a rischio, dice l'Ispra, e lo è anche il 94 per cento dei comuni. «Quello che serve è fare le opere e noi a forza di piani, verifiche, confronti, monitoraggi e controlli abbiamo smesso di farle. Ha ragione Legambiente quando parla di strategie di resilienza immediate, ma dobbiamo cercare le condizioni per mitigare gli effetti oltre che prevenire».

Urso vuole riprendere il piano per il cambiamento

Anche il ministro per l’Impresa e il Made in Italy ha detto la sua sulla prevenzione.

Il governo ha già deciso «lo stato di emergenza con un primo stanziamento di 2 milioni di euro cui si aggiungeranno altre risorse dopo aver fatto una ricognizione precisa dei danni. Nel contempo abbiamo attivato le procedure per la definitiva approvazione del piano nazionale per il cambiamento, avviato addirittura nel 2016. Sono passati 6 anni! Lo vareremo entro un mese. Basta ritardi» ha detto Adolfo Urso in un’intervista al Giornale.

Per Manfredi la manutenzione va resa più interessante

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Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha già annunciato un corposo stanziamento per recuperare la situazione a Ischia, ma vede tre linee guida su cui si deve snodare un intervento più strutturale. «Il problema è che noi sappiamo tutto. Ma servono tre azioni. La prima: più interventi strutturali contro il dissesto idrogeologico. Ma è la seconda, paradossalmente, la più importante: la manutenzione, che deve essere continua, di queste opere».

Il problema, secondo il sindaco, è che si tratta di «un’attenzione che costa molto, che non paga in termini di consenso, non assicura titoloni. In più: tanti enti locali non hanno assolutamente i fondi per ripulire quella vasca, quel canale. In tanti nostri territori non c’è neanche il personale adeguato. La terza? Norme più stringenti, e un coordinamento nazionale: agile nei tempi e serrato nel monitoraggio».

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