Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha visitato la fabbrica statunitense di missili Javelin, destinati a all’Ucraina. Biden si è recato al centro industriale della Lockheed Martin situato a Troy, in Alabama, e non è un caso, dato che l’azienda produce una delle armi che più stanno utilizzando i soldati ucraini contro l’esercito russo.

Biden ha sottolineato il ruolo essenziale dei missili anticarro costruiti negli Stati Uniti che «nelle mani degli eroi ucraini stanno facendo la differenza». Il presidente, tra pochi mesi alla prova delle elezioni di midterm, ha anche aggiunto: «È un qualcosa di cui possiamo essere orgogliosi». Molti genitori «stanno chiamando i loro neonati Javelin o Javelinia per il successo di queste armi», ha detto Biden.

Un segnale di come l’arma sia diventata un simbolo della resistenza contro l’invasione russa. Giorni fa addirittura il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, aveva esibito una maglietta raffigurante una Madonna ortodossa che imbraccia il lanciamissili.

Fonte: twitter @ukraine_reddit

Nel corso della visita alla fabbrica, Biden ha elencato i numeri delle armi inviate dagli Stati Uniti all’Ucraina: finora sono stati consegnati più di 5500 Javelin. Una cifra che corrisponde a circa un terzo delle scorte americane. Inoltre Washington ha già mandato più di 1400 missili anti aereo, cioè un quarto di quelli disponibili per l’esercito americano.

Secondo un recente articolo del Center for strategic and international studies (Csis) gli Stati Uniti hanno fornito circa un terzo dei missili anticarro delle loro riserve all’esercito ucraino.

Di questo passo dovranno ridurre i loro trasferimenti per evitare di rimanere senza scorte se si considera anche che la produzione di nuovi missili è lenta e ci vogliono anni per ritornare ad avere lo stesso numero di quelli a disposizione prima del 24 febbraio, giorno in cui Putin ha dato l’ordine al suo esercito per l’invasione.

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Gli aiuti economici

Ma l’aiuto che il presidente vuole fornire a Kiev è ancora più ampio, tanto che pochi giorni fa ha richiesto al Congresso lo stanziamento di 33 miliardi di dollari da destinare all’Ucraina per sostenerla non solo dal punto di vista militare, ma anche economico e umanitario.

Di questa somma, oltre 20 miliardi verrebbero spesi per l’appoggio militare e l’invio di armi, 8,5 miliardi per l’assistenza economica e circa 3 miliardi per l’assistenza umanitaria e per la crisi alimentare globale.

Un pacchetto di aiuti definito da Biden «un sacrificio contro le atrocità», che, secondo le stime dell’amministrazione, dovrebbe coprire le spese americane per la guerra in Ucraina fino alla fine di settembre.

La misura da 33 miliardi si andrebbe ad aggiungere ai circa 13 miliardi già spesi in aiuti verso Kiev e che porterebbe la cifra totale a un valore maggiore di quanto Washington spendeva ogni anno per la guerra in Afghanistan.

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Se da una parte gli Stati Uniti sembrano consapevoli dell’emergenza in atto, dall’altra ritengono il conflitto in Ucraina l’occasione adatta per indebolire la Russia, come dichiarato anche dal segretario alla Difesa Lloyd Austin di recente.

Nella visita al sito della Lockheed Martin Biden ha anche ribadito come gli Usa stiano guidando il sostegno agli ucraini per difendere il loro paese e che la Russia è responsabile di «crimini di guerra».

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