Un viaggio che parte dalle trame naziste del Dopoguerra, passa nel Nord Italia, e arriva a Roma, nei palazzi del potere. Il servizio “Lago nero” andato in onda nel programma 100 minuti condotto da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini mostra il volto impresentabile di Fratelli d’Italia.

Una capitolo che la premier Giorgia Meloni ha provato a cancellare fin dal suo insediamento al governo derubricandola a storie del passato. Tuttavia è certo che per alcuni esponenti del partito quel passato è ancora presente.

Lago Nero

L’inchiesta del giornalista Andrea Palladino ricostruisce l’eredità politica lasciata dal nazifascismo tra il lago Maggiore e Varese, dove ancora oggi in alcuni circoli “culturali” si compiono i riti della liturgia nazista, si celebra il compleanno di Adolf Hitler e si intonano cori antisemiti.

Qui avvenne l’eccidio del Lago Maggiore, la strage nazista di ebrei dell’autunno del 1943 dove vennero uccisi dai gerarchi tedeschi 57 ebrei. Ed è sempre qui, nella cittadina di Leggiuno, che il membro delle SS Hermann Bikler aveva trovato rifugio dopo la Seconda guerra mondiale.

Partendo dalla sua storia, Palladino arriva ai giorni nostri raccontando le figure di Ines Pedretti e Rainaldo Graziani, figlio di Clemente Graziani: uno dei fondatori del centro studi Ordine nuovo e del suo omologo movimento politico protagonista della strategia della tensione negli anni in cui gli intrecci tra apparati dello stato, destra eversiva e criminalità organizzata hanno generato centinaia di morti innocenti in giro per l’Italia.

Graziani e Pedretti gestiscono da anni la corte dei Brut a Gavirate sulle sponde del lago Maggiore. La piccola cascina è però anche un punto di ritrovo di esponenti legati all’estrema destra locale che partecipano periodicamente a commemorazioni ed eventi di natura neonazista.

La coppia neofascista, negli anni, ha organizzato anche incontri di respiro internazionale, intrattenendo rapporti con personaggi come Steve Bannon, lo stratega dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e Aleksandr Dugin, il politologo ultranazionalista russo tanto amato da alcuni ambienti politici italiani, la cui figlia è stata assassinata in Russia il 20 agosto del 2022.

La figura di Frassinetti

Uno degli eventi culturali in cui ha partecipato Dugin è stato organizzato a palazzo reale a Milano nel novembre del 2018. Un evento promosso dalla cooperativa Arnia che gestisce tutte le attività della coppia Graziani Pedretti. Secondo l’inchiesta, lo sponsor politico di quella iniziativa è stata Paola Frassinetti, attuale sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del merito nel governo Meloni. Davanti alle telecamere Frassinetti, in imbarazzo, dice di non avere rapporti con la corte dei Brut. Ma Alice Murgia, figlia di Ines Pedretti, è attuale assistente parlamentare della sottosegretaria.

Un fatto che conferma che le due famiglie si conoscono da tempo. Inoltre, ci sarebbero anche email verificate che rivelano come Frassinetti abbia patrocinato quell’incontro. Murgia e Frassinetti sono anche ben inserite all’interno di FdI e all’ultima edizione di Atreju, la kermesse del partito di Meloni, sono state immortalate vicino alla sorella della premier.

All’evento con Dugin nel novembre del 2018 c’era anche Carlo Fidanza, eurodeputato di FdI. «È stata una serata culturale alla quale ho partecipato a come tante altre», ha detto Fidanza ai microfoni di La7. Ma i legami tra i meloniani e la corte dei Brut non finiscono qui.

Nell’edizione del 2018 di Atreju a cui ha partecipato Steve Bannon, la premier Meloni ha mandato una lettera di invito anche ad Aleksandr Dugin. Per consegnare l’invito, l’allora leader di FdI si sarebbe rivolta alla cooperativa di Ines Pedretti e Rainaldo Graziani, riconoscendogli di fatto il ruolo di ambasciatori dell’ultranazionalismo russo in Italia. Alla fine il politologo russo non ha inserito Atreju come tappa del suo tour italiano. Ma non è stato l’unico evento saltato.

L’anno successivo, il 14 giugno del 2019 era previsto anche un incontro nel palazzo dell’agenzia stampa Adnkronos a Roma in cui sarebbero dovuti intervenire tra gli altri anche Giampaolo Rossi, direttore generale della Rai, e Paolo Corsini a capo degli approfondimenti della televisione pubblica, ora entrambi nel mirino per la censura sullo scrittore Antonio Scurati.

Il compleanno di Hitler

Relazioni tra nazifascisti e Fdi che vanno oltre. «Sei milioni di ebrei, lo rifarei». Questo è stato solo uno dei cori intonati in un vecchio locale di Buggianate nel 2007 durante una serata dedicata ai festeggiamenti per il compleanno di Adolf Hitler. Tra i partecipanti c’erano Rainaldo Graziani e Alessandro Stazi, uno dei segretari del coordinamento provinciale di FdI a Rieti.

I cori inneggianti al nazismo sono stati ripresi della polizia. C’è stato anche un processo, finito in prescrizione. Stazi non ha commentato, ma la vicenda ha creato scalpore nella città laziale governata dal sindaco Daniele Sinibaldi, pure lui meloniano di ferro.

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