«Lunedì, il nostro aereo Seabird ha individuato un’imbarcazione in difficoltà con oltre 90 persone a bordo, che era in mare da tre giorni. Due persone erano in acqua. Abbiamo immediatamente chiesto aiuto. Frontex è arrivata sei ore dopo, ha visto il natante e se n’è andata». Questo il messaggio pubblicato dalla ong Sea Watch, che ha individuato un’imbarcazione in difficoltà a tre ore da Lampedusa tramite il loro aereo di sorveglianza.

Nonostante le segnalazioni lanciate già nella giornata di lunedì, nessuna delle autorità marittime competenti, Malta e Italia, ha prestato soccorso. Martedì mattina, la situazione era immutata: «Le persone erano ancora abbandonate al loro destino, in mare. Le navi di soccorso europee avrebbero potuto raggiungerle in circa tre ore, ma hanno scelto di non intervenire», ha testimoniato Sea Watch.

Il soccorso è stato tentato dalla nave mercantile Port Fukuka, che si trovava nelle vicinanze. Durante l’operazione, però, l’imbarcazione si è capovolta e tutti i naufraghi sono finiti in acqua. Al momento, si contano almeno due bambini morti e una persona dispersa.

L’organizzazione umanitaria riferisce che i sopravvissuti sono stati accolti a bordo del mercantile, dove si trovano tuttora. L’organizzazione denuncia che le autorità italiane stanno ostacolando il trasferimento in un porto sicuro e paventa il rischio di un respingimento verso la Libia. «C’è il pericolo imminente che la cosiddetta guardia costiera libica li rapisca» e li riporti «verso tortura e morte. È inaccettabile», scrive l’ong. 

Bloccata a Lampedusa anche la nave Aurora, mezzo veloce di soccorso della stessa ong, sottoposta a fermo amministrativo per venti giorni dopo uno sbarco di 72 migranti a Trapani giudicato irregolare dalle autorità: «La nostra nave di soccorso veloce Aurora avrebbe potuto intervenire in soccorso di queste persone. Si trova a sole quattro ore e mezza di distanza, ma è bloccata dalle autorità italiane nel porto di Lampedusa con motivazioni prive di fondamento», ha spiegato Sea Watch.

Uno “spettacolo” che per Sea Watch è «vergognoso» che «non si è ancora concluso» ma ancora «le autorità italiane ed europee non sono intervenute». L’Ong ha denunciato l’attuale sistema europeo, sostenendo che «sta facendo ciò per cui è stato progettato: lasciare che le persone anneghino ai confini dell’Europa. Silenziosamente, sistematicamente».

«È gravissima» e «ormai sistematica» la pratica dei ritardi e mancati soccorsi, dichiara Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. «È urgente garantire al più presto alle persone la possibilità di sbarcare in un porto sicuro per poter fornire loro le dovute cure mediche e psicologiche», continua, sottolineando come il bilancio delle vittime sia «già gravissimo» e per questo è urgente che «le autorità assegnino un Pos al mercantile per portare i sopravvissuti al sicuro».

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