«Il cinema, quando è autentico, non consola soltanto: interpella» ha detto il Pontefice che ha anche affrontato uno dei temi più urgenti per l’industria: la crisi strutturale delle sale cinematografiche. «Le sale vivono una preoccupante erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività»
Mentre il cinema italiano sta vivendo una delle sue fasi più delicate, tra il calo di pubblico in sala e la revisione dei meccanismi di finanziamento pubblico, Papa Leone XIV incontra in Vaticano registi, attori e produttori, richiamando con forza il ruolo culturale e umano della settima arte. Un discorso che suona come un appello morale ma anche politico, in un’industria che teme per la propria tenuta dopo anni di instabilità e tagli.
«Il cinema, quando è autentico, non consola soltanto: interpella. Chiama per nome le domande che abitano in noi e, talvolta, anche le lacrime che non sapevamo di dover esprimere», ha affermato il Pontefice, definendo cineasti e interpreti «pellegrini dell’immaginazione» e «narratori di speranza». Il Papa li ha incoraggiati a difendere la complessità contro la logica dell’algoritmo, che «tende a ripetere ciò che funziona», mentre «l’arte apre a ciò che è possibile». Un invito, il suo, a: «Difendete la lentezza quando serve, il silenzio quando parla, la differenza quando provoca. La bellezza non è evasione, ma invocazione».
A più riprese il Pontefice ha insistito sulla responsabilità civile del cinema, chiamato a non fuggire dal dolore del mondo: «Violenza, povertà, solitudine, dipendenze, guerre dimenticate. Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna», ricordando che dare voce ai sentimenti più complessi «è un atto d’amore».
L’allarme sulle sale: «Un’erosione preoccupante»
Il Papa ha poi affrontato uno dei temi più urgenti per l’industria: la crisi strutturale delle sale cinematografiche. «Le sale vivono una preoccupante erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. E non sono in pochi a dire che l’arte del cinema e l’esperienza cinematografica sono in pericolo. Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività».
Tax credit, tagli e promesse
Negli ultimi mesi il settore ha denunciato con forza l’incertezza sul tax credit, lo strumento fiscale che negli ultimi quindici anni ha sostenuto la produzione e attratto investimenti. La nuova normativa, tra tagli ai fondi e criteri più stretti, ha rallentato uscite, messo in crisi le società indipendenti e lasciato molti set in sospeso. Le promesse di una revisione più equilibrata da parte del governo non hanno ancora prodotto un quadro stabile. Da più parti si teme che l’indebolimento del tax credit possa generare un crollo strutturale delle produzioni. Nel suo saluto finale, Papa Leone XIV ha voluto lasciare agli artisti un’ultima raccomandazione: «Che il vostro cinema resti sempre un luogo d’incontro, una casa per chi cerca senso, un linguaggio di pace. Che non perda mai la capacità di stupire».
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