lettera aperta alla ministra

Appello a Cartabia per salvare lo stato dai depistaggi sulla mafia

  • Trent’anni dopo la morte di Falcone e Borsellino la giustizia non ha ancora ammesso le sue colpe. Serve un segnale politico forte e c’è solo una persona che può darlo. Non c’è più tempo da perdere.
  • «Gentile ministra della Giustizia Marta Cartabia, non trovi strano che una lettera privata venga resa pubblica attraverso un giornale. C’è una ragione; tutti ricordano che fu proprio in seguito alla pubblicazione su Domani di un’inchiesta sui pestaggi di detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che Lei – la prima volta per un ministro! – volle sincerarsi di persona degli abusi che erano stati commessi nelle carceri, di sua giurisdizione».
  • «Le scrivo in merito al “depistaggio Borsellino”, oggi ufficialmente chiamato «il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana»; parliamo di indagini inquinate fin dall’inizio, di un grottesco pentito dichiarato attendibile da una generazione di magistrati».

Gentile ministra della Giustizia Marta Cartabia, non trovi strano che una lettera privata venga resa pubblica attraverso un giornale. C’è una ragione; tutti ricordano che fu proprio in seguito alla pubblicazione su Domani di un’inchiesta sui pestaggi di detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che Lei – la prima volta per un ministro! – volle sincerarsi di persona degli abusi che erano stati commessi nelle carceri, di sua giurisdizione. Le scrivo in merito al “depistaggio Borselli

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