Da lunedì entreranno in zona gialla Lombardia, Lazio, Piemonte e Sicilia, che andranno ad aggiungersi a Liguria, Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e le province autonome di Trento e Bolzano, che sono uscite dalla zona bianca due settimane fa.

Anche se più di metà del paese sarà in zona gialla, per milioni di italiani non cambierà assolutamente nulla. Il sistema a colori, infatti, è rimasto solo formalmente in vigore, ma è stato svuotato di tutte le sue funzioni. 

La serie di modifiche introdotte dal governo Draghi ha complicato enormemente il sistema delle restrizioni. La tabella riassuntiva del governo, che incrocia cosa è possibile fare nelle varie zone colorate a seconda del tipo di green pass che si possiede, è lunga tredici pagine e prevede centinaia di combinazioni diverse.

Ma al di là della confusione, quello che è evidente è non esiste più alcuna differenza tra zona bianca e gialla. E anche per le eventuali zone arancioni che dovessero arrivare la prossima settimana, per il 90 per cento degli italiani vaccinati o esenti, le regole rimarranno le stesse. Il sistema a colori è stato infatti sostanzialmente abbandonato.

I passaggi

È stato il peggioramento dei contagi e la crescente pressione sugli ospedali a determinare i nuovi passaggi in zona gialla. Dallo scorso luglio, è necessario il superamento di tre criteri per passare dalla zona bianca alla gialla. L’incidenza settimanale dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti deve essere uguale o superiore a 50 casi, il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari degli ospedali deve essere superiore al 15 per cento e quello nelle terapie intensive al 10 cento. Tutti e tre i criteri devono essere superato contemporaneamente per dare luogo a un passaggio.

L’incidenza settimanale è ormai oltre tutte le soglie d’allarme da più di due settimane. È stato il superamento delle soglie per ricoveri e terapie intensive a determinare gli ultimi passaggi. Il dato sull’occupazione degli ospedali è quello che preoccupa di più le autorità sanitarie, poiché con una variante così contagiosa come Omicron e la contemporanea presenza di milioni e milioni di vaccinati rendono i semplici numeri dei contagi non più così importanti.

Secondo i dati Agenas, il tasso di occupazione nazionale delle terapie intensive è ormai al 15 per cento, mentre è al 18 quello delle aree mediche. Tra le regioni che destano maggiore preoccupazione c’è la Liguria, dove il tasso di occupazione delle terapie intensive ha superato il 20 per cento.

Zona gialla e zona bianca sono la stessa cosa

Nonostante il passaggio di colore, per tutti gli abitanti delle nuove regioni gialle, non cambierà assolutamente niente, come ha ricordato tra gli altri Vittorio Nicoletta sul sito Pagella politica. Con la decisione del governo di rendere obbligatoria la mascherina all'aperto in tutta Italia, indipendentemente dal colore della zona, presa a fine dicembre, è infatti scomparsa l’unica differenza che era rimasta tra zone bianche e gialle. 

L’unica altra distinzione, il divieto di far sedere più di quattro persone allo stesso tavolo in bar o ristoranti, non era stato rinnovato ed è decaduto nel corso dell'estate.

Il “depotenziamento” del sistema a colori e in particolare delle zone gialle era iniziato in primavera, con le prime riaperture, ed è proseguito tra luglio e agosto, quando il mini-picco di Covid aveva fatto uscire la Sicilia dalla zona bianca. 

L'obiettivo dichiarato del governo era evitare nuove chiusure, poiché si riteneva che la presenza dei vaccini avrebbe protetto la popolazione e la tenuta degli ospedali senza bisogno di nuove misure restrittive. Il risultato è che oggi i criteri per passare di colore sono particolarmente severi, mentre è scomparsa la differenza tra zone bianche e gialle.

E la zona arancione

L’arrivo dei vaccini e del green pass ha anche cambiato la situazione delle zone arancioni. Il cambiamento è avvenuto in due fasi. La prima, in estate, ha portato a introdurre limitazioni solo per chi non era in possesso di green pass. A dicembre, con l’estensione dell’obbligo di super green pass (quello destinato solo a vaccinati o guariti) anche a diverse attività in zona bianca e gialla, anche questa distinzione è scomparsa.

Oggi, per i vaccinati, i guariti o le persone esenti da green pass (cioè soprattutto i minori di 12 anni) non ci sono più differenze tra zone bianche, gialle e arancioni. E anche per tutti sono minime.

Nessuna regione d’Italia si trova ancora in zona arancione, ma se qualcuna dovesse entrarci prima di una nuova modifica delle regole, il sistema funzionerebbe così: per uscire dal proprio comune bisognerà dotarsi di un green pass, del tipo che si può ottenere anche con i tamponi (vaccinati ed esenti, quindi, non dovranno fare nulla per continuare a uscire dal proprio comune).

Il green pass rafforzato o super green pass, cioè ottenuto tramite vaccino o guarigione, diventerà obbligatorio solo per due attività: l’accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (con l’eccezione di alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi) e agli spogliatoi. 

Quest’ultima è sostanzialmente l’unica differenza rimasta, poiché con le ultime decisioni del governo di dicembre il super green pass è già obbligatorio anche in zona bianca e gialla per frequentare tutte le attività al chiuso e altre attività ricreative, come ad esempio l’acquisto di uno ski pass.

La zona rossa

L'unica zona che prevede ancora forti differenze con le altre è quella rossa. Qui, è ancora in vigore il coprifuoco e la chiusura di attività come bar, ristoranti e palestre. Sembra però difficile che non ci saranno modifiche o aggiornamenti delle regole se qualche regione dovesse avvicinarsi a questo livello di rischio.

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