I pm ipotizzano che il bancario indagato possa avere «verosimilmente» complici. Sequestrati device in cerca di prove. Continua la polemica politica sui dossieraggi
Due personal computer, due notebook, un tablet, un hard disk, un telefono aziendale, diverse chiavette Usb e altri supporti digitali. Per chi indaga sull’ormai ex dipendente del gruppo Intesa Sanpaolo, che avrebbe fatto per oltre due anni i conti in tasca ai potenti, c’è il «fondato motivo» di ritenere che in quei dispositivi informatici possa «rinvenirsi il corpo del reato». E cioè la prova che il funzionario che era in forza al distaccamento di Bisceglie della filiale Agribusiness di Barletta



