- Il comune non è più il maficipio, il boss don Tano è morto, ma il figlio di Gaetano Badalamenti chiede la restituzione delle chiavi di una casa di famiglia, confiscata in via definitiva e ribattezzata ‘casa Felicia’.
- L’iniziale correzione del patrimonio confiscato è sbagliata perché quell’immobile è frutto, scrivono i giudici in una sentenza del luglio 2020, di una donazione e non era confiscabile e così torna nella disponibilità degli eredi del boss.
- Il rampollo riscrive la storia. «Mio padre criminale? In casa non alzava la voce e non faceva male a nessuno».
Il comune di Cinisi, in provincia di Palermo, non è più il ‘maficipio’, il boss don Tano è morto, ma il figlio del mafioso Gaetano Badalamenti vuole la restituzione delle chiavi di una casa, confiscata in via definitiva e ribattezzata ‘Casa Felicia’. Nei giorni dell’anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, politico e attivista di Democrazia Proletaria, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, l’esecuzione dell’ordinanza di restituzione dell’immobile scuote la famiglia e il movimento antim



