Anche se non ci sono conferme ufficiali, gli esperti sono sicuri: ad uccidere Ayman al Zawahiri, il leader di al Qaida che si nascondeva in Afghanistan, è stato un missile Hellfire R9X, un’arma relativamente nuova nell’arsenale americano e praticamente unica: non contiene alcun tipo di esplosivo ed elimina il suo bersaglio soltanto grazie alla sua energia cinetica, minimizzando così i danni collaterali.

«Flying Ginsu»

Sviluppato nel 2017 e rivelato al pubblico nel 2019, il missile R9X è stato pensato come l’arma definitiva nella lunga “guerra al terrore” che gli Stati Uniti conducono da oltre vent’anni. Si tratta di un conflitto combattuto soprattutto tramite l’intelligence e gli attacchi mirati contro i leader e i militanti delle organizzazioni terroristiche.

Ma questi attacchi possono rivelarsi armi a doppio taglio. Quando un missile indirizzato a un leader di al Qaida uccide intere famiglie, il risultato è spesso di portare a nuovi arruolamenti e ulteriore radicamento dei gruppi terroristici. 

L’R9X è pensato per minimizzare questi rischi. È dotato di un sistema di guida estremamente preciso che gli permette di colpire bersagli piccolissimi: un’autovettura in movimento o il balcone di un appartamento, come nel caso di al Zawahiri. 

Al suo interno, il missile non ha altro che un blocco di materiale molto denso del peso di 45 chilogrammi che, alla velocità di oltre mille chilometri all’ora che il missile può raggiungere, è più che sufficiente a uccidere un essere umano.

Per aumentare le possibilità di colpire il suo bersaglio, il missile è dotato di sei lame che si estendono dal corpo principale, così da aumentare il suo raggio letale. Per questa ragione, il missile è stato soprannominato «Ginsu volante», dal nome di una famosa marca di coltelli pubblicizzata nella televisione americana nei primi anni Ottanta.

I precedenti

Nel 2020, gli Stati Uniti hanno detto di aver utilizzato questo missile in sei diversi attacchi. Secondo gli esperti, l’R9X potrebbe essere stato utilizzato almeno una decina di volte. Nell’attacco compiuto nel 2017 in Siria che ha portato alla morte del numero due di al Qaida, Ahmad Hasan Abu Khayr al Masri, le fotografie mostrano l’auto su cui viaggiava al Masri con un grosso foro sul tettuccio.

L’intera auto è deformata dall’impatto, ma il parabrezza è integro e con i tergicristalli al loro posto. Anche se un funzionario americano ha detto che con l’R9X è teoricamente possibile uccidere un bersaglio che viaggia dal lato del passeggero senza ferire il guidatore, due persone che erano in macchina con al Masri sono morte nell’attacco.

Affinché l’R9X funzioni servono informazioni estremamente precise sul proprio bersaglio. Nel caso di al Zawahiri, gli americani erano venuti a sapere che il leader di al Qaida trascorreva molto tempo sul balcone di casa, rendendo così l’attacco possibile. In un’altra circostanza, l’unico modo per eliminare il bersaglio sarebbe stato distruggere l’intero appartamento, causando potenzialmente numerosi danni collaterali.

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