«Basta dittatura», si chiama così il canale Telegram più seguito da cui vengono da giorni organizzate le manifestazioni dei no-vax contro la cosiddetta “dittatura sanitaria” in corso in tutta Italia. Nel gruppo, dove sono iscritti 40.021 utenti, vengono pianificate e annunciate le manifestazioni a livello nazionale. L’ultimo programma pubblicato riguarda la prima settimana di settembre in cui è previsto il blocco delle stazioni, al 6, e in cui è stato fissato uno sciopero davanti al parlamento. 

L’obbligo del green pass per accedere e prendere parte alla maggior parte delle attività sociali, entrato in vigore il 6 agosto scorso, ha provocato l’ondata di proteste da parte di chi non ha intenzione di vaccinarsi. Si tratta di una minoranza, ma come in ogni situazione di scontro, è una minoranza che sta via via prendendo la scena. 

Persecuzione

Nella chat vengono diffusi con un link i contatti personali (indirizzo email, numero di telefono e indirizzo di casa) di politici, virologi, medici e sindacalisti. 

Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova, è stato inseguito e minacciato la sera del 29 agosto da un uomo di 46 anni. L’aggressore, definito sul canale Telegram «un eroe», è stato denunciato dalla polizia per minacce gravi. L’uomo ha incontrato per strada Bassetti, lo ha riconosciuto ha iniziato riprendenderlo con il telefonino e urlargli: «Ci ucciderete tutti con questi vaccini e ve la faremo pagare».

Il medico si è allontanato e ha chiamato la polizia. Gli agenti, insieme alla Digos, hanno identificato l’inseguitore e lo hanno denunciato. Gli investigatori stanno lavorando anche per l'identificazione degli utenti che da mesi insultano e minacciano l'infettivologo sui social e via telefono.

«Chiedo la tutela dello stato nei confronti delle persone che minacciano, vorrei che lo Stato punisse queste persone. Vengo minacciato da dicembre, da quando è uscito il vaccino - ha detto Bassetti -: prima lettere anonime, poi minacce per telefono in clinica e all'hotel di mia moglie, è un continuo».

Tra i contatti condivisi tra i No-Vax, anche quello del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, definito «il folle dittatore nazista del Kampakistan» e l’infettivologo Antonio Cascio, preso di mira per aver scritto su Facebook di essere «favorevole a far pagare a coloro i quali hanno rifiutato il vaccino tutte le spese relative al loro ricovero ospedaliero nel momento in cui ne avranno bisogno a causa della loro positività». 

«Blocchiamo i treni»

«Se non ci fanno partire senza passaporto schiavitù non partirà nessuno» si legge ancora in chat. La prossima mobilitazione organizzata per il primo settembre, giorno in cui il green pass sarà obbligatorio anche per salire sui mezzi di lunga percorrenza, come treni, pullman o aerei, riguarda 55 stazioni, raccolte tutte in un’immagine e accuratamente messe in ordine alfabetico.

Il piano è quello di radunarsi alle 14 e 30 davanti alle stazioni per poi entrare, bloccando i binari fino a sera, e fare così in modo che nessuno possa salire sui treni: «Il modo per fermare il traffico ferroviario dovrebbe essere quello classico dello stazionamento sui binari». Ma c’è anche chi propone di collegare i binari con un cavo, chiudere il circuito e far scattare il rosso per sezione occupata. 

«Più siamo, più valiamo»

Nel giro di poche ore, il gruppo è cresciuto di quasi 6mila iscritti, dopo la chiamata da parte di uno degli amministratori a invitare almeno una persona ciascuno a entrare nel canale.

La seconda manifestazione in programma è quella davanti alle sedi dei palazzi di Regione in tutti i capoluoghi italiani, contro «il passaporto schiavitù, obblighi vaccinali, truffa Covid e dittatura», scrivono. Il “partito del No” (no-vax, no-pass, no-mask, no-tamp) ha chiamato i membri a radunarsi sotto le varie sedi regionali dalle 10 alle 12. .

Contro i canali di manipolazione

Il 3 settembre l’attenzione dei no-vax sarà rivolta agli organi di stampa e ai giornalisti, definiti «leccaculo dei canali di manipolazione». La rabbia è dettata dal presunto allarme annunciato da diversi quotidiani e canali televisivi di una strage di Covid-19. Ma «non c’è mai stata nessuna strage», quindi «vanno messi tutti al rogo»: Repubblica, Open, La7, Rai, La Stampa, Il fatto quotidiano e, qualcuno ricorda, «non dimentichiamo Fanpage e Il Sole24ore». 

Nonostante l’attacco alla stampa, sul gruppo Telegram, vengono riportati tutti gli articoli che li riguardano in circolazione. «Bravi, fateci pubblicità così cresciamo ancora», commenta qualcuno, rallegrandosi del fatto che il gruppo sia pubblico e costantemente «spiato» da «chi pensa di metterci i bastoni tra le ruote e invece ci fa un fovore». 

Poi, però, se è la stampa a fare domande, partono i pugni in faccia. Com’è successo questa mattina, 30 agosto, nel corso di una manifestazione a Roma, in cui un giornalista di Repubblica, Francesco Giovannetti, è stato prima minacciato di morte («ti taglio la gola») e poi picchiato da uno dei dimostranti. 

Per il giorno della protesta non è ancora stato inviato un programma di azione. Molti infatti si chiedono come potranno agire in modo «concreto ed efficacie» per intimorire i «giornalisti-leccaculo». 

Blocco nazionale

Il 4 settembre, invece, dalle 18, ci saranno presidi in tutta Italia a partire dalle 18. Nessuna indicazione particolare, solo «facciamogli vedere chi comanda», con l’intento di protestare contro la politica e i comuni cittadini che invece hanno aderito spontaneamente alla campagna vaccinale. 

Nel gruppo si inneggia alla libertà, in modo pacifico. L’attimo dopo, però, si parla di marcia su Roma, «come i vecchi tempi». 

Il 5 settembre riposo. Infine, dopo aver recuperato le forze, il 6 settembre i no-vax programmano di radunarsi davanti al parlamento per un presidio, dall’alba in poi: «L’obiettivo è la ribellione», scrive l’anonimo amministratore sul canale Telegram.

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