Dall’analisi di Selvaggia Lucarelli su Domani era emerso che invece di sostenere le cure, il gigantesco giro di raccolte fondi, visibilità, prodotti inesistenti e collaborazioni con vip architettato dal padre alimentava un business opaco. Interpellato da Lucarelli aveva negato di avere coinvolgimenti economici con il caso, oggi invece si trova alla sbarra
Dopo che Domani ha acceso un faro sul caso, il padre di Polo Palumbo, ventiseienne oristanese affetto dalla malattia neurodegenerativa Sla, è stato rinviato a giudizio per truffa continuata e oggi dovrebbe presentarsi di fronte al giudice monocratico di Nuoro per rispondere di tre distinte accuse.
Marco Palumbo, questo il nome del genitore, è accusato riguardo ai falsi contatti con il medico israeliano Dimitrios Karoussis, per avere accesso a una innovativa terapia genetica; per avere fatto credere al medico specialista che seguiva il figlio, il neurologo Vincenzo Mascia, che il medico israeliano aveva inserito Paolo in un trattamento sperimentale, e infine per aver indotto con informazioni non veritiere diverse persone a fare donazioni per mettere nelle condizioni la famiglia di Paolo di sostenere gli ingenti costi della terapia Brainstorm, a quel tempo valutati in un milione di euro. Lo racconta la Nuova Sardegna.
I fatti
Come scritto su queste pagine da Selvaggia Lucarelli, la sua storia è molto nota perché Paolo è stato più volte protagonista delle cronache per alcune partecipazioni tv e iniziative varie in cui ha raccontato il suo percorso doloroso in compagnia del fratello Rosario e dell’onnipresente padre Marco. Palumbo è anche molto presente sui social, su cui lancia spesso raccolte fondi per fa fronte alle spese relative alla sua malattia.
Dall’analisi della giornalista era emerso che invece di sostenere le cure, il gigantesco giro di raccolte fondi, visibilità, prodotti inesistenti e collaborazioni con vip architettato dal padre alimentava un business opaco. Il padre interpellato da Lucarelli aveva negato di avere coinvolgimenti economici con il caso, oggi invece si trova alla sbarra.
La raccolta fondi
Il crowdfunding attraverso la piattaforma GoFundMe aveva consentito alla famiglia Palumbo di raccogliere su conto corrente e su una Poste Pay intestata a Paolo circa 150mlla euro, fondi che poi la famiglia, quando erano emersi i primi dubbi sull'intera vicenda, aveva dichiarato che avrebbe restituito.
Le indagini partite dalla denuncia del medico specializzato Vincenzo Mascia, esperto in patologie neurodegenerative da più di un trentennio, sono state eseguite dalla sezione di Polizia postale di Oristano, ma il fascicolo è stato composto a Nuoro perché il conto corrente usato peri fondi ricevuti era aperto in una banca del capoluogo.
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