La città di Ferrara ha concesso la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna tenuto prigioniero nel carcere di Tora, a sud del Cairo, da oltre un anno con l’accusa di propaganda eversiva. 

Ad annunciarlo, la rete di attivisti della pagina Facebook Free Patrick: «Grazie Ferrara per aver conferito a Patrick la cittadinanza onoraria della città. La città di Ferrara ha aderito all'iniziativa Cento città per Patrick, per sostenere Patrick Zaki e chiederne l'immediato rilascio», scrivono in un post. Ferrara si aggiunge ad altre città italiane che hanno già riconosciuto la cittadinanza allo studente, tra cui Bologna, Milano e Napoli.

Nel frattempo, il governo è al lavoro per valutare la mozione approvata al Senato il 14 aprile,  in cui si chiede ufficialmente di riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick. I sì al Senato sono stati 208, nessun contrario e 33 astenuti, tra i quali tutti i venti senatori di Fratelli d’Italia.

La vicenda di Patrick Zaki «segue quella tragica di Giulio Regeni» e richiede «un'attenzione da parte dell'Italia doverosa. C'è un ordine del giorno del Parlamento che ha impegnato il governo a verificare le condizioni per il rilascio della cittadinanza. Oggi stesso il governo comincerà le verifiche», ha annunciato il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova a Studio 24 su Rainews, sottolineando che «continuiamo il monitoraggio del processo assieme ad altri paesi europei» e che «c'è stata qualche frizione con le autorità egiziane che stanno rinviando il processo ormai da mesi».

La situazione

Zaki è ormai in carcere da 437 giorni e nell'ultima udienza del processo a suo carico, i giudici egiziani hanno prolungato la detenzione di altri 45 giorni, bocciando anche la richiesta della difesa di effettuare proprio un cambio dei giudici. 

Il 12 aprile, Patrick è riuscito a incontrare la sua fidanzata, alla quale ha confidato di essere costantemente deriso dalle guardie carcerarie per il suo aspetto. Poi, le ha dato «Cent’anni di solitudine» di Gabriel García Márquez, con all'interno un biglietto scritto in italiano che diceva: «Ancora resisto, grazie per il supporto». Ma il governo italiano frena.

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