Chat segrete, apologia della Shoah e istigazione all’odio razziale. La polizia di Bologna ha eseguito quattro perquisizioni nei confronti di soggetti appartenenti alla destra radicale suprematista tra Bologna e Modena.

Secondo gli inquirenti, i quattro militanti di età compresa tra i 19 e i 53 anni hanno costituito un’associazione di rievocazione storica delle milizie della Germania nazista. Ora sono tutti indagati, in concorso tra loro, per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Gli inquirenti hanno accertato che gli indagati hanno usato le chat delle note piattaforme di messaggistica facendo propaganda di idee fondate sulla superiorità e l’odio razziale ed etnico. Nei messaggi gli indagati istigano a commettere atti di discriminazione, anche con apologia di crimini di genocidio.

L’origine dell’inchiesta

Le indagini di Bologna partono dall’inchiesta della Digos e della procura di Genova che lo scorso 22 gennaio ha portato all’arresto di un ragazzo di Savona pronto a commettere un attentato terroristico. Il giovane è stato arrestato con l’accusa di aver «propagandato idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale e istigato a commettere atti di violenza per motivi razziali e religiosi, nonché di aver promosso e diretto un’associazione avente tra i propri scopi il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo e l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religiosi». Per gli inquirenti, il savonese ha diffuso sul web documenti di matrice neonazista e antisemita incitando alla rivoluzione violenta contro «lo Stato occupato dai sionisti» e alla eliminazione fisica degli ebrei. Era pronto a commettere un attacco ispirato dall’attentato di Macerata commesso da Luca Traini. Il 3 febbraio del 2018 Traini sparò diversi colpo di armi da fuoco nei confronti di alcuni cittadini extracomunitari ferendone sei. Per quell’attacco terrorista di matrice razzista è stato condannato a 12 anni di carcere, confermati in appello.

Dopo l’arresto del 22enne di Savona sono partite altre dodici perquisizioni, una delle quali ha coinvolto uno studente iscritto all’Università di Bologna. Nel corso dell’operazione è stato acquisito numeroso materiale informatico ora al vaglio degli inquirenti.

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