La compagnia della famiglia Moratti è finita al centro di un'inchiesta per contrabbando e riciclaggio. Attraverso degli intermediari avrebbe acquistato greggio iracheno. Nell’intreccio finanziario c’è anche una società riconducibile al genero del presidente turco e altre aziende coinvolte in indagini dell’antimafia. Negli atti un’operazione conclusa da Saras con Ubi Banca, quando presidente di quest’ultima era Letizia Moratti, ora assessore della regione Lombardia
- La Saras, società della famiglia Moratti, ha importato in Italia petrolio per un controvalore di circa 1,2 miliardi di euro finendo al centro di un'inchiesta per contrabbando e riciclaggio con vendite di carburante a società maltesi.
- Lo schema ricostruito nei documenti inediti spiega che il greggio veniva estratto in Kurdistan, acquistato dall’azienda turca Powertrans, rivenduto a Edgewater Falls ed eventualmente ad altri intermediari, come la Petraco Oil, per arrivare infine a Saras.
- «Nel 2016 un gruppo di hacker ha inviato a me e ad altri giornalisti un database di migliaia di mail», racconta il giornalista Tunca Ogreten. C'era scritto che la persona che decideva tutto dentro alla Powertrans era Berat Albayrak: il genero del presidente turco Erdogan. Versione confermata anche dai documenti ottenuti da Domani
Il porto mediterraneo di Ashkelon è oggi uno dei due principali scali energetici di Israele, snodo dei traffici di gas e petrolio sul Mediterraneo, ma per la direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo che ha iniziato a indagare per riciclaggio sulla società petrolifera Saras e su una possibile rete di contrabbando del petrolio lungo le vie del Mare Nostrum, Ashkelon è soprattutto un porto fantasma. Inizia da qui l'ultima tappa dell'inchiesta realizzata da Domani per raccontare il lato
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Berat Albayrak con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (AP Photo/Lefteris Pitarakis, File)



