La relazione dei giudici contabili evidenzia situazioni critiche di sovraffollamento in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia. L’invito all’individualizzazione della pena
La Corte dei Conti boccia il ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio sul tema delle strutture penitenziarie.
«A dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, l’analisi sullo stato di attuazione del “Piano Carceri” evidenzia situazioni critiche di sovraffollamento carcerario che - soprattutto in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia - assumono contorni ai limiti dell’emergenza, anche alla luce dei dati del ministero della Giustizia», scrivono i giudici contabili nella relazione "Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri", approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato con apposita delibera.
«Accanto alla necessità legata alla creazione di nuovi posti detentivi – si legge nel documento – emergono la mancata realizzazione di numerosi interventi e l’urgenza di completare quelli di manutenzione straordinaria già avviati, per migliorare le condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di trattamento all'interno degli istituti».
Numerose, dunque, secondo i giudici della Corte, le cause dei ritardi: dalle inadempienze contrattuali da parte delle imprese, ai mutamenti repentini delle esigenze detentive rispetto al passo dei lavori, fino alle carenze nei finanziamenti necessari per attuare le modifiche progettuali.
Dalla Corte dei Conti poi un ulteriore richiamo: applicare il principio dell'individualizzazione della pena, che impone una corretta collocazione dei detenuti all'interno delle strutture in base alla loro condizione giuridica e alle esigenze trattamentali.
La raccomandazione è pertanto quella di «predisporre fin dall'inizio stime realistiche dei costi, accompagnate da una pianificazione efficace delle risorse e dalla definizione di linee guida per le strutture penitenziarie, coerenti con gli standard minimi europei e internazionali. Al nuovo commissario straordinario – si legge ancora nella relazione – si chiede di tenere conto delle criticità emerse dall'indagine e di assicurare un attento monitoraggio degli interventi nel rispetto dei cronoprogrammi procedurali e finanziari, per evitare ulteriori ritardi e criticità operative».
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