A quasi un anno e mezzo di distanza la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sui morti da Covid-19 in cui erano indagati i dirigenti del Pio Albergo Trivulzio e di altre sette rsa milanesi (Auxologico, Parco delle cave, Mater Fidelis, rsa Saccardo, Ippocrate, la casa di riposo Santa Marta e la casa di riposo Santa Lucia).

Le indagini dei pm erano iniziate dopo le segnalazioni dei parenti delle vittime che lamentavano la carenza di camici, mascherine e guanti per il personale nonché per gli ospiti e i parenti, oltre a una gestione poco sicura dei reparti, con pazienti positivi al Covid-19 a contatto con altri ricoverati.

Le motivazioni

Dopo aver esaminato oltre 418 cartelle cliniche del Trivulzio gli inquirenti sono arrivati alla conclusione che «non si può sottacere che alcuni atteggiamenti iniziali del dg del Pat e dei suoi più stretti collaboratori sembrino espressione di una certa sottovalutazione del rischio in un’ottica che pare diretta, per l’appunto all’inizio del contagio, ad occultare più che a risolvere le difficoltà».  Tuttavia «non è stata acquisita alcuna prova che vi siano state condotte (...) dolose o ascrivibili a titolo di colpa cosciente che abbiano avuto conseguenze sulla diffusione del contagio» e «non è stata acquisita alcuna evidenza di condotte colpose o comunque irregolari (causalmente rilevanti nei singoli decessi) in ordine all'assistenza prestata». Scritto nero su bianco nelle carte della richiesta di archiviazione, per i pm non è stato possibile accertare che siano state proprio le scelte dei dirigenti e dei sanitari ad aver provocato le oltre cento vittime per Covid-19 che si sono verificate nel Pio Albergo di Trivulzio. Adesso la decisione se archiviare o meno l’inchiesta sul Trivulzio e quelle parallele sulle altre Rsa spetterà ad un gip. I pm per ora hanno indagato per due ipotesi di reato: epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.

Le reazioni

«Sul Pio Trivulzio c’è stata una speculazione indegna» ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana commentando la notizia ed esprimendo soddisfazione per la richiesta di archiviazione per i dirigenti della struttura sanitaria. Di diverso parare sono i familiari delle vittime, riuniti nell’Associazione Felicita, che hanno espresso tutto il loro dissenso. A parlare è stato il presidente Alessandro Azzoni che ha detto: «La decisione della Procura di Milano ci trova totalmente amareggiati ma non sorpresi». Secondo Azzoni: «Identificare le responsabilità connesse ai decessi verificatisi presso la struttura era la domanda espressa dai famigliari, ma anche attesa dai cittadini, per fare giustizia salvaguardando quella necessaria fiducia nella giustizia, mai come oggi tanto a rischio. E che è stata ancora, al momento, tradita».

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