Il presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, ha lasciato il paese su un aereo militare ed è arrivato alle Maldive. Una mossa che sembra preludere alle sue dimissioni dopo mesi di proteste diffuse per la peggiore crisi economica della storia nazionale. Con l’addio, ha nominato l’attuale premier, Ranil Wickremesinghe, che lo sostituirà fino a quando il parlamento non sceglierà un presidente ad interim per il resto del suo mandato, in scadenza a novembre 2024, come suo successore. 

Dopo la nomina sono scoppiate nuove proteste nel paese. I manifestanti hanno assaltato l’ufficio del primo ministro e hanno fatto irruzione nella sede del canale televisivo di Stato Rupavahini. La tv ha trasmesso un appello dallo studio di registrazione di uno dei cittadini insorti che chiedono un cambio al vertice del paese.

La partenza di Rajapaksa pone fine a una dinastia che ha governato lo Sri Lanka per decenni e ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. 

Dopo che migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto la sua residenza ufficiale sabato scorso, Rajapaksa, detto anche “Terminator”, ha promesso che si sarebbe dimesso dal suo incarico oggi, aprendo la strada a una «transizione pacifica» del potere. Rajapaksa beneficia dell’immunità presidenziale e può usarla per cercare rifugio all’estero e non essere trattenuto a casa.

Rajapaksa è accusato di una cattiva gestione dell’economia, che portato il paese nel caos e in una profonda crisi per la mancanza di valuta estera. Questa situazione rende impossibile finanziare le importazioni di prodotti essenziali per la popolazione come alimenti e medicine.

Lo Sri Lanka ha dichiarato ad aprile una moratoria del debito di 51 miliardi di dollari ed è in trattative con il Fondo monetario internazionale per un prestito. Inoltre, il paese ha quasi esaurito le sue riserve di carburante e il governo ha ordinato la chiusura delle amministrazioni e delle scuole non essenziali.

Nel frattempo l’inflazione ha raggiunto il 54,6 per cento nel mese di giugno e, stando alle stime, potrebbe arrivare al 70 per cento nei mesi prossimi.

La partenza

Il presidente 73enne è partito con la moglie e una guardia del corpo a bordo di un aereo Antonov-32 decollato dal principale aeroporto internazionale, hanno riferito i funzionari della migrazione. «I loro passaporti sono stati timbrati e sono saliti a bordo del volo speciale dell'aeronautica» ha detto un funzionario all'Afp.

Poche ore prima, Rajapaksa aveva anche valutato la possibilità di lasciare il paese su una motovedetta della marina, poiché il giorno prima non era riuscito a prendere un aereo per Dubai dopo uno scontro con il servizio immigrazione in aeroporto. L’intenzione era quella di scampare alla possibilità di un arresto dopo le sue dimissioni, che coincideranno col decadimento della sua immunità istituzionale.

I funzionari dell’immigrazione gli hanno negato l'accesso alla sala Vip per timbrare il passaporto. Rajapaksa voleva evitare il terminal pubblico per paura di una reazione da parte della gente. Neanche suo fratello Basil, che si è dimesso da ministro delle finanze ad aprile, non è stato in grado di salire a bordo di un aereo per Dubai. È possibile che il presidente dalle Maldive provi a raggiungere la stessa destinazione. 

Le prospettive

Nonostante la nomina di un successore, la situazione non sarà di facile risoluzione.

Ma anche Wickremesinghe per i manifestanti che hanno chiesto le dimissioni di Rajapaksa non gode di legittimità.

Il premier ha annunciato la sua disponibilità a dimettersi se si raggiungerà un consenso per formare un governo di unità nazionale.

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