Il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, al termine dell’udienza preliminare per il processo Open Arms, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per un caso che coinvolse la Open Arms. Secondo quanto riferisce l’avvocato di AccoglieRete, Corrado Giuliano, il pm Lo Voi cita in discussione che tutte le testimonianze dei ministri confermano la responsabilità unica di Salvini ed esclude che vi sia stata tutela degli interessi nazionali.

La vicenda si riferisce ai fatti accaduti ad agosto del 2019, quando il rimorchiatore dell’Open Arms, dopo aver soccorso 147 persone durante tre diverse operazioni di salvataggio, rimase 21 giorni nel Mediterraneo prima di raggiungere un porto sicuro.

La difesa di Salvini

Dall’aula bunker dell’Ucciardone l’ex ministro dell’Interno ha deciso fornire alcune dichiarazioni spontanee in sua difesa: «Il mio mandato – dice Salvini – è stato caratterizzato da risultati in termini di vite umane salvate e di diminuzione del numero di sbarchi». Per quanto riguarda il ritardo dello sbarco dei migranti a bordo della Open Arms ha dichiarato che non si è tratta solo di una scelta presa in autonomia e tira in ballo anche altre responsabilità politiche: «Si trattava di provvedimenti adottati dal ministro dell’Interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del Consiglio dei ministri». Durante la prima udienza, il ministro dei Trasporti Toninelli e la ministra della Difesa Trenta hanno invece preso le distanze dall’operato di Salvini. Su questo punto il pm Lo Voi ha detto in aula: «Il presidente Conte ha spiegato che non si è mai discusso in consiglio dei ministri dei singoli casi e ancora meno della concessione del porto sicuro alle navi delle Ong».

Nelle sue dichiarazioni c’è anche un “attacco” alla Open Arsm il cui comandante, a detta di Salvini, «rifiutò di trasbordare 39 migranti, in area Sar maltese, su un assetto navale de La Valletta» e respinse anche l’offerta di sbarco presso il porto di Algeciras da parte delle autorità spagnole. A quel punto, «La Spagna diede allora disponibilità presso il porto spagnolo più vicino (Palma di Maiorca) e l’Italia si offrì di scortare la Open Arms con una propria nave, dove trasbordare i migranti ancora a bordo. Anche la Spagna comunicò l’invio di una propria nave a supporto. Il comandante rifiutò anche questa soluzione» racconta Salvini.

Per quanto riguarda l’accusa rivolta da esponenti della società civile della mancata tutela e salvaguardia della vita dei migranti durante il suo mandato, Salvini ha detto: «L’Italia non si è mai sottratta, né in questo caso né in nessun altro, al dovere di prestare tutta l’assistenza che era necessaria alle persone che ne avevano bisogno».

Conclude affermando che è paradossale che «chi per dovere costituzionale aveva l’obbligo di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza della nazione è chiamato a risponderne sul banco degli imputati».

DICHIARAZIONE OPEN ARMS

In un comunicato rilasciato dalla Open Arms, la ong scrive: «La decisione di proseguire nel dibattimento sarebbe un primo importante passo per ridare voce e dignità a tutti gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che ogni giorno rischiano la vita per raggiungere le nostre democrazie, quelle che credono possano garantire loro diritti e pace e che invece chiudono le loro frontiere e derogano ai principi che le costituiscono».

Nel processo ci sono state 18 richieste di costituzione di parte civile che sono state presentate durante la prima udienza del 9 gennaio scorso. Tra questi anche il comune di Palermo, una scelta criticata dalla Lega che accusa l’amministrazione di non esseri costituita parte civile durante i processi alla Cupola 2.0 che si conclusero con 46 condanne ai boss di Cosa Nostra. 

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