Il Consiglio regionale della Puglia ha bocciato la proposta di legge avanzata dal consigliere del Partito democratico Fabiano Amati sull’introduzione dell’eutanasia. Il testo aveva l’obiettivo di fornire assistenza sanitaria «per aiutare alla morte serena e indolore le persone malate in stato terminale o cronico, la cui condizione clinica è compatibile con il diritto al rifiuto del mantenimento artificiale», si legge. 

«È una combinazione di complicità, crudeltà, eversione e caos sono ormai gli ingredienti. Ma io farò di tutto per riportare il mio partito al governo delle cose serie e concrete, distaccandolo dai giochi di potere suggeriti dal presidente Emiliano», ha detto Amati al margine della conclusione dei lavori del consiglio regionale che si è svolto il 4 ottobre. Durante la campagna elettorale Amati aveva criticato i vertici regionali del Partito democratico per aver proposto delle liste di candidati discriminatorie.

La proposta

Il testo – depositato lo scorso 15 giugno – proponeva un’assistenza sanitaria alle «persone che siano capaci di assumere decisioni libere, consapevoli e abbiano espresso autonomamente e liberamente la volontà di accedere alle prestazioni e ai trattamenti, con le modalità e gli strumenti più consoni alle condizioni cliniche» e che «siano affette da patologie irreversibili; siano tenute in vita con trattamenti di sostegno vitale; si trovino in condizione di sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili». Un sostegno sanitario assicurato in base ai dettami previsti dalla legge.

Le difficoltà legislative

A febbraio nelle Marche è stato autorizzato per la prima volta l’utilizzo di un farmaco e stabilito le modalità di somministrazione per rendere possibile il suicidio assistito di un 44enne tetraplegico.

In Italia non esiste ancora una normativa che regola l’eutanasia ma c’è una sentenza della Corte costituzionale del 2019 che stabilisce quattro condizioni per la non punibilità dell’assistenza al suicidio. La persona che la richiede deve essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, deve essere affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili, deve non volersi avvalere di altri trattamenti sanitari per il dolore o la sedazione profonda, ed essere infine pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Per arrivare alla sentenza è stata necessaria una lunga battaglia legale durata più di un anno. Ma senza una normativa definitiva del legislatore, accedere all’eutanasia legale è molto complicato nonostante le sentenze.

Il punto di Amati

«Sul punto del fine vita è stata data una giustificazione risibile sulla mancata previsione dell’argomento nel programma elettorale regionale, come se l’esecuzione delle sentenze della Corte costituzionale possa essere oggetto di un programma elettorale e non una condotta lineare per non darsi all’eversione», ha detto Fabiano Amati. «È un vero caos, un clamoroso difetto di governo delle cose concrete, che mi porta purtroppo a combattere, senza sosta, contro una maggioranza elettorale trasformatasi purtroppo in opposizione ai bisogni e le aspettative dei pugliesi».

© Riproduzione riservata