Dopo circa tre anni sono arrivate le condanne. Una direttrice d’istituto e una mamma dovranno scontare una pena rispettivamente di un anno e un mese e di dodici mesi per il reato di revenge porn. Il caso scoppiò nel 2018 quando circolarono le immagini intime e personali di un’insegnante poco più che ventenne del torinese e che proprio per quei fatti perse il posto di lavoro. La giovane ha raccontato che le immagini erano state fatte circolare, senza il suo consenso, da un ragazzo che frequentava. Le foto arrivarono sul telefono del marito di una mamma che riconobbe la donna in quanto maestra di suo figlio. Dopo l’accaduto subì una vera e proprio «gogna scolastica» e fu costretta a firmare una lettera di dimissioni.

La giovane insegnante, costituitasi parte civile nel processo, ha ottenuto il diritto a un risarcimento e delle somme di denaro a titolo provvisionale. «Quel che è fatto è fatto e il danno non si cancella. Ma almeno con questa sentenza è emersa la verità», ha detto l’insegnante. «Nessuno mi ha mai chiesto scusa – ha aggiunto – ma ora delle scuse non saprei cosa farmene. Vorrei solo tornare a insegnare. Questo è il mio sogno, ma per ora nessuno mi ha contattata».

«Siamo tutti lupi cattivi di una storia raccontata male», ha invece affermato la direttrice dell’asilo come commento al giudizio del tribunale.

In un processo parallelo celebrato con il rito abbreviato è stata condannata a otto mesi una collega dell’insegnante, mentre è stato assolto il marito di una delle mamme.

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