L’Ama, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma, ha sottoscritto con i sindacati un accordo che prevede un premio per gli operai che non si assentano per malattia, rivisto dopo le polemiche. È stato il primo atto del nuovo organigramma di Ama, voluto da Angelo Piazza, amministratore unico scelto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Tra le firme sotto l’accordo c’è quella del nuovo vicedirettore di Ama, Emiliano Limiti. Nel 2014 Emiliano Limiti viene indagato per associazione mafiosa nel procedimento penale “mafia capitale”, poi viene prosciolto nel febbraio 2017 quando il giudice archivia la sua e altre posizioni. 

La sua nomina a dirigente, risalente al biennio 2013-2014, viene chiesta e sponsorizzata da Luca Gramazio, consigliere regionale di Forza Italia, condannato nello stesso processo a cinque anni e sei mesi per associazione a delinquere (dopo che è caduta l’accusa di mafia).

Il dirigente sponsorizzato da Gramazio

Limiti vanta una lunga esperienza in azienda: nel 2005 è responsabile del servizio tributi. Nel 2014 diventa dirigente, avanzamento di carriera che secondo i giudici viene sponsorizzato da Gramazio che, secondo i giudici, è il collegamento tra la politica, i funzionari e l’associazione a delinquere, guidata da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Nelle carte dell’inchiesta si legge che nella nomina a dirigente di Emiliano Limiti «ha un ruolo cruciale Gramazio, il quale subisce le pressioni di Andrini, organizza incontri tra costui e Fiscon».

Giovanni Fiscon, ex direttore generale dell’Ama, dopo l’assoluzione nel processo madre è, in un altro filone, sotto processo per turbativa d’asta e corruzione. Stefano Andrini entra in Ama nel 2009, venti anni prima aveva usato una spranga su due militanti di sinistra. «Sono un altro uomo», dice Andrini quando le opposizioni protestano contro la sua assunzione ai vertici dell’Ama.

 L’inchiesta ricostruisce i contatti tra Gramazio, Andrini e Limiti. Il 4 gennaio 2013 al bar Palombini, a Roma, intorno alle 11 Massimo Carminati si allontana dal locale e arrivano Luca Gramazio e, poco dopo, da un’altra auto escono Stefano Andrini e Emiliano Limiti.

Il 31 gennaio 2013 Gramazio parla con Limiti della possibile nomina di Fiscon come direttore generale. Limiti chiede se può fare qualcosa, Gramazio gli risponde «l’unica cosa che puoi fare, la stai a fa’ già alla grande se chiama… so le preferenze nient’altro». Limiti aggiungeva: «Le cose che ci siamo dette rimangono valide e magari ci prendiamo solo un po’ più di tempo per farle». E Gramazio: «Si ma no le famo non te preoccupa so proprio serenissimo, ok?! il prossimo consiglio di amministrazione è nos...il prossimo consiglio di amministrazione lo indichiamo noi quindi sarà persona che viene da noi quindi nessun problema».

Cosa dice Limiti di questi contatti con un politico e della sua disponibilità? «Sono cose vecchie di dieci anni... io questa conversazione non me la ricordo», risponde Limiti.

Nel 2017 l’avvocata di Ama, nel processo a carico di Gramazio, vuole sapere di quella  nomina a dirigente di Emiliano Limiti. Gramazio risponde alle domande dei pubblici ministeri, degli avvocati degli enti locali e anche di Ama: «Non posso negare di essere stato una delle persone che ha sostenuto non la promozione, ma l’adeguamento del livello di Limiti perché svolgeva un ruolo, aveva oltre 200 dipendenti sotto, ma non aveva la qualifica di dirigente. Nel parlare con i consiglieri di Ama dicevo che lo meritava, sì l’ho fatto. Ho parlato con Anelli (direttore generale dell’Ama, ndr) e altri. Il miglior dirigente di Ama era Limiti, lo riconoscevano in tanti».

L’avvocato di Ama Alicia Mejia Fritsch fa notare che c’erano altri due dipendenti dell’azienda che avrebbero avuto lo stesso diritto di avanzamento riservato a Limiti, purtroppo però non avevano Gramazio come sponsor. «Stefano Andrini, che nel 1989 era stato condannato per aver preso a sprangate tre ragazzi appartenenti ai movimenti di sinistra, era stato assunto come dirigente Ama ed adeguata collocazione era stata assicurata anche ad Emiliano Limiti», ricostruiscono i giudici nella sentenza di primo grado, nell’ottobre 2017, che condanna Gramazio riconoscendo all’ex consigliere regionale un ruolo nella «nomina di Limiti a dirigente Ama». 

Anche nella sentenza di appello viene ricordata la questione Limiti. Quando il processo arriva in Cassazione, c’è un riferimento a Limiti nella difesa di Gramazio che sostiene che per «la nomina di Limiti a dirigente Ama, si sarebbe trattato di un atto dovuto per l'ente e non risulterebbe neanche esservi stato un interesse della associazione».

Limiti vanta un curriculum di tutto rispetto, lo riconoscono anche altri dirigenti Ama, di opposto orientamento politico. 

Gramazio oggi è tornato libero dopo la condanna a 5 anni e sei mesi, Stefano Andrini è stato licenziato nel 2015,  Emiliano Limiti, oggi, è arrivato ai vertici dell’azienda comunale. 

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