Domani ha pubblicato per la prima volta in maniera integrale la lettera che il segretario della Congregazione per la dottrina della fede, cardinal Luis Francisco Ladaria Ferrer, ha inviato nel 2015 al vescovo di Lione per raccomandare di evitare scandali pubblici nella gestione del caso Preynat, il più celebre scandalo di abusi su minore e di insabbiamento da parte delle gerarchie ecclesiastiche mai scoppiato in Francia.

La lettera inviata dal segretario della Congregazione per la dottrina della fede cardinale Luis Francisco Ladaria al vescovo di Lione e cardinale Philippe Barbarin in cui si chiedeva di gestire senza scandali il caso degli abusi del sacerdote Bernard Preynat.

Gli abusi

Lo scandalo Preynat, o affaire Preynat, com’è diventato famoso in Francia, prende il nome da Bernard Preynat, un ex sacerdote oggi 77enne, condannato a cinque anni di prigione per aver abusato di ragazzi minorenni nel corso dei campi scout che gestiva tra il 1971 e il 1991. Le sue vittime avevano tra i 7 e i 14 anni. Nel corso del processo, concluso nel marzo 2020, Preynat ha ammesso di aver praticato «carezze» che sapeva essere proibite.

In Francia, lo scandalo Preynat è stato uno dei più celebri casi di abuso da parte di sacerdoti e di insabbiamento. Il processo è arrivato a coinvolgere anche il suo superiore di Preynat, l’arcivescovo di Lione e cardinale Philippe Barbarin.

È a lui che è indirizzata la lettera scritta nel 2015 e pubblicata da Domani, in cui il cardinal Ladaria raccomandava a Barbarin di gestire il caso senza far scoppiare scandali.

Barbarin e altri sacerdoti sono accusati dalla vittime di Preynat di aver protetto il sacerdote e di aver nascosto i suoi crimini. Barbarin è l’ecclesiastico francese di più alto rango mai coinvolto in un processo per abusi.

Lo scandalo

Il coinvolgimento di Barbarin nel caso Preynat è emerso nel 2016 quando, quando si è scoperto il suo ruolo nelle mancata denuncia alle autorità pubbliche gli abusi commessi dal sacerdote Preynat. 

Nel 2017, Barbarin e altri sei sacerdoti sono stati messi sotto processo per aver omesso le denunce. Inizialmente la procura aveva chiesto di archiviare le accuse, ma dopo l’insistenza delle vittime di Preynat il processo è iniziato nel gennaio 2019 e si è concluso con una condanna a sei mesi per l’arcivescovo e con l’assoluzione di cinque coimputati.

A quel punto Barbarin ha offerto a papa Francesco le sue dimissioni, che le ha respinte. Il processo di appello si è concluso nel gennaio 2020 con l’assoluzione di Barbarin. La corte ha affermato che l’arcivescovo non era obbligato a denunciare gli abusi di Preynat poiché ne era venuto a conoscenza molti anni dopo che erano stati effettivamente commessi. La corte, inoltre, ha stabilito che Barbarin non ha mai cercato di impedire alle vittime di Preynat di presentare le loro denunce.

Nonostante l’assoluzione, nel marzo 2020 papa Francesco ha accettato le dimissioni di Barbarin da arcivescovo di Lione. 

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