Oltre quattro milioni di studenti in Italia sono tornati oggi, lunedì 13 settembre, sui banchi di scuola: in nove regioni e nella provincia autonoma di Trento è iniziato così il terzo anno accademico segnato dalla pandemia. Lunedì c’è anche stato il debutto della piattaforma per controllare il Green pass degli insegnanti e del personale Ata. 

Sono rientrati a scuola gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto e Valle d’Aosta, oltre che della provincia autonoma di Trento. Alle superiori, nelle grandi città, sono stati previsti orari d’ingresso scaglionati. 

Giannelli: «Prima giornata positiva»

«La prima giornata è andata meglio di quanto si potesse sperare, certo c’è stato qualche genitore senza Green pass, qualche insegnante senza», ha commentato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. 

A preoccupare i dirigenti scolastici sono piuttosto i trasporti pubblici. «Resta il problema dell’orario d’ingresso scaglionato in molte regioni, che non trovo condivisibile», ha detto Giannelli. «Le aziende dei trasporti dovrebbero riorganizzare il servizio, grazie ai fondi che hanno ricevuto proprio per questo, in modo da garantire che i ragazzi possano tutti cominciare la scuola alle 8». 

A Roma sono state previste 1.500 corse in più, ma gli orari di ingresso nelle scuole sono stati scaglionati fra le 8 e le 9:30, così come gli orari di uscita. Anche in Lombardia gli ingressi sono stati scaglionati: il 70 per cento degli studenti milanesi è entrato alle 8, mentre gli altri alle 9.30. Anche nelle altre province lombarde gli studenti sono arrivati a scuola in più turni. Diversa la situazione in Emilia-Romagna, dove al momento si è deciso di mantenere un unico orario d’ingresso. 

Precari in cattedra

«Rispetto all’anno scorso la situazione è migliorata: il 90 per cento delle cattedre è coperto», ha detto Raffaele Arcone, insegnante precario di Usb Scuola, «ma il problema è che la situazione nelle scuole è rimasta in gran parte quella dell’anno scorso: ci sono difficoltà nel distanziamento a causa degli spazi, resta la difficoltà della mascherina. I fondi promessi non sono arrivati e gli strumenti a disposizione delle scuole sono sempre gli stessi». 

«È vero che ci sono state oltre 50mila nuove assunzioni, ma abbiamo avuto anche 40mila pensionamenti», continua Arcone. «Ancora moltissime cattedre sono assegnate su supplenze annuali e così non si tiene conto della continuità didattica». 

La piattaforma di controllo del Green pass

Oltre 900mila verifiche attraverso la piattaforma di controllo del Green pass, come ha detto in mattinata il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Entrando nel sistema informativo del ministero e selezionando il proprio istituto, i dirigenti possono visualizzare lo status del green pass del personale scolastico, nel rispetto della privacy: il sistema non indica infatti se la certificazione dipende dal completamento del ciclo vaccinale, da un tampone o da una guarigione dal Covid. 

«La piattaforma ha funzionato e velocizzato l’accesso», ha detto Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl Scuola. «C’è stato solo qualche preoccupazione per il fatto che non tutte le regioni aveva aggiornato i dati relativi alle situazioni degli insegnanti». 

La piattaforma di controllo è stata promossa anche dall’Associazione nazionale dei presidi. «Io gestisco delle chat con qualche migliaio di presidi, eravamo tutti molto dubbiosi e devo dire che invece le notizie che abbiamo a Roma e in altre grandi città sono abbastanza positive. La piattaforma ha funzionato bene», ha detto a Radio Cusano il presidente di Anp Lazio, Mario Rusconi. Anche il presidente di DirigentiScuola, Attilio Fratta, ha detto che «il rientro a scuola si è svolto senza problemi: la piattaforma di controllo del Green pass ha funzionato e non sono state registrate criticità». 

Nelle scuole dove non è stato possibile utilizzare la piattaforma perché il dirigente non era in sede, per controllare la validità del Green pass del personale è stata usata la app VerificaC19, la stessa usata nei ristoranti. Quasi il 92 per cento del personale scolastico è stato vaccinato con almeno una dose, come aveva detto alla Stampa il ministro Bianchi il 9 settembre. 

La protesta degli studenti

«Troppo poco è stato fatto»: gli studenti aderenti alla Rete studenti medi si sono mobilitati a Roma, davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, e in altre città italiane, «per denunciare l'assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l'inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni, a partire dal PNRR». 

Secondo la Rete, ci sarebbero diverse criticità nell’organizzazione del rientro: «Sulle vaccinazioni non tutte le regioni hanno attivato i canali preferenziali per i 12-18 anni, sugli spazi poco è cambiato e c'è troppa confusione sulle misure per la sicurezza dentro le classi». 

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