L’onda lunga dell’inchiesta della procura di Torino sulla Juventus e i bilanci taroccati dalle cosiddette plusvalenze raggiunge il centro dell’Italia: scuote le società di Roma, Lazio e Salernitana, quest’ultima coinvolta per il solo periodo in cui il proprietario era Claudio Lotito, presidente della squadra laziale, che ha poi dovuto cedere una volta promossa in serie A all’imprenditore campano Danilo Iervolino, oggi editore del settimanale L’Espresso.

Sono nove gli indagati della Roma tra cui il presidente e il vicepresidente della società, Dan e Ryan Friedkin, e l’ex presidente James Pallotta. Per la Lazio sono indagate sette persone tra cui il presidente nonché senatore Claudio Lotito e il direttore sportivo Igli Tare. L’attuale dirigenza della Salernitana in una nota ha chiarito di essere estranea ai fatti e si è resa disponibile a collaborare con gli inquirenti.

L’indagine sulla Juventus è stata chiusa, sono in corso le udienze preliminari al termine delle quali il giudice valuterà se rinviare a giudizio i massimi vertici bianconeri o proscioglierli. Intanto però in campionato le conseguenze sono state immediate, meno 15 punti e Juve catapultata sotto la zona champions league.

Ecco perché i rivoli torinesi giunti nelle procure di Roma e Tivoli spaventano i re del pallone della capitale. Le verifiche della guardia di finanza, che ha eseguito le perquisizioni nei giorni scorsi nelle sedi della società, potrebbero avere effetti immediati su questo finale di campionato, rimescolando ancora una volta la classifica.

Le operazioni

Il tema al centro delle inchieste romane è sempre lo stesso: le plusvalenze. Operazioni contabili di cessione e acquisti di giocatori che servono a sistemare bilanci disastrati. Nel decreto di perquisizione notificato i vertici della Roma emerge qualche dettaglio in più. Si tratta di operazioni «relative alla compravendita delle prestazioni sportive di alcuni calciatori (tra i quali in particolare Leonardo Spinazzola e Luca Pellegrini) avvenute con indicazione, nelle relative fatture e nei bilanci che le hanno recepite, di valori non corrispondenti a quelli effettivi al fine di creare fittizie plusvalenze pari alla differenza tra valore di cessione e valore netto contabile, soprattutto nelle operazioni cd. "a specchio"».

Operazioni a specchio è un termine tecnico per definire le «compravendite in cui due società sportive si accordano nel porre in essere uno scambio di due o più calciatori sovrastimandone il valore di mercato allo scopo di minimizzare il flusso di cassa tra gli operatori coinvolti valevoli a coprire perdite di esercizio». è il caso, citato nelle carte di Matteo Cancellieri, nato nel 2002, definito nel 2021 un gioiellino: la Roma lo ha ceduto al Verona per 2,5 milioni, generando una plusvalenza di pari valore. Insieme a lui sono stati ceduti altri due calciatori che hanno creato ulteriori guadagni per circa 10 milioni. Questo è servito a portare in giallorosso Marash Kumbulla, pagato sulla carta 29 milioni al Verona, operazione che però grazie alle plusvalenze create dalle cessioni alla medesima squadra ha avuto un impatto minore sul bilancio della società.

Per Lazio e Salernitana (gestione Lotito) le operazioni contestate sono altrettante, forse più numerose: gli inquirenti al momento ne hanno svelate sette, ma specificano che sono solo alcune «a titolo di esempio». Lo schema è sempre lo stesso. E il calcio sempre più malato.

 

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