Richiedenti asilo trasferiti di notte dai centri di accoglienza alle imbarcazioni in alto mare, senza assistenza medica. «Il Covid-19 sta diventando la scusa più efficace per negare soccorso e accoglienza o per trattenere migranti e rifugiati in condizioni inadeguate», dice la presidente di Medici Senza Frontiere, Claudia Lodesani
- Migranti residenti in Italia sono stati trasportati sulle “navi quarantena” una volta riscontrata la loro positività al Covid-19. Qui sono stati lasciati senza le necessarie cure.
- «Siamo abbandonati a noi stessi, non ho mai visto neanche un medico. Questi sono letti dove dormiamo da nove giorni senza alcun cambio delle coperte» racconta un testimone.
- «Gli ospiti della nave Allegra riferiscono che non sono rispettate le norme sul distanziamento fisico e di trovarsi attualmente insieme ad altri ospiti provenienti dagli ultimi sbarchi, anche donne incinta che non sono in buone condizioni di salute», denuncia l’avvocata Castelli.
«Da quando siamo stati imbarcati sulla nave della quarantena, non ci hanno fatto capire nulla. Siamo abbandonati a noi stessi, non ho mai visto neanche un medico. Questi sono letti dove dormiamo da nove giorni senza alcun cambio delle coperte». È il grido di allarme lanciato da Keita, richiedente asilo proveniente dal Mali. Il nome è di fantasia ma la sua storia è vera. Si trova all’interno della nave adibita a quarantena per i migranti, la Rhapsody, ferma a Bari. Il 9 ottobre ha affidato la



