Sono tre le città che oggi ospitano la manifestazione unitaria indetta da Cgil, Cisl e Uil, «Ripartiamo insieme». A Torino, Bari e Firenze i sindacati chiedono che il governo proroghi il blocco dei licenziamenti, in vigore fino al primo luglio. «Bisogna fare attenzione, ci sono crisi e situazioni che rischiano di esplodere, dobbiamo evitare che questo diventi una bomba sociale a partire dal primo luglio», ha detto il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri, alla piazza di Bari. All’unisono le tre piazze considerano lo sblocco dei licenziamenti un errore.

«Chiediamo che il governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro», dice Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in piazza a Torino. «È il momento di unire non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali». Landini esorta il governo a creare lavoro stabile, facendo riforme e investimenti, assicurando a tutte le persone che lavorano uguali diritti e tutele, mettendo fine alla precarietà. Denuncia poi le morti di lavoratrici e lavoratori per garantire i servizi durante la pandemia: «Allora eravamo chiamati eroi». Nella folla di Torino, ci sono i lavoratori della ex Embraco.

In piazza Santa Croce a Firenze, il segretario generale della Cisl sollecita «il governo ad aprire urgentemente una fase di confronto unitario di ascolto e dialogo per rimettere al centro come priorità il lavoro, la crescita, lo sviluppo, la coesione sociale».

IL MINISTRO

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, del Partito Democratico, ha dichiarato che la sua posizione prevedeva «il recepimento della proroga del blocco dei licenziamenti per alcune tipologie imprese ad agosto», ma era una posizione minoritaria. Secondo il ministro esiste un rischio sociale e «non va drammatizzato». «Credo che ci siano gli strumenti per gestirlo, ma il rischio esiste e credo sia sbagliato rimuoverlo o negarlo come si è fatto nel dibattito pubblico. Il rischio esiste perché anche quando ci sarà la ripresa non è detto che porti con sé una proporzionale ripresa dal punto di vista occupazionale e non è detto che l'occupazione ritorni nei settori in cui si è perduta», ha detto Orlando a SkyTg24. Il ministro motiva la scelta di muoversi nell’ottica della selettività, con il decreto Sostegni uno, dicendo che si è fatta una distinzione tra le aziende con e senza ammortizzatori sociali: «credo che si possa ulteriormente sviluppare guardando ai settori che hanno sofferto di più, ai quali credo sia utile dare un po' di tempo».

LA MISURA

La misura, molto discussa nella maggioranza, è stata ritirata dalla versione definitiva del decreto sostegni bis. Il blocco dei licenziamenti scadrà il prossimo 30 giugno, a eccezione delle imprese che utilizzano il Fis, Fondo di integrazione salariale, o la cassa integrazione in deroga per le quali il blocco rimarrà fino al 31 ottobre.

Lo scontro si è riacceso quando l’Ufficio parlamentare di bilancio, Upb, ha depositato alla Camera dei deputati una memoria sul decreto sostegni bis, in cui ha evidenziato che lo sblocco dei licenziamenti previsto per il primo luglio porterà alla perdita di 70mila posti di lavoro, «concentrati quasi esclusivamente nell’industria». L’Upb ha però specificato che «l’eliminazione del blocco dei licenziamenti favorirà le politiche di occupazione a favore dei soggetti, soprattutto i giovani, in cerca di lavoro che nei mesi scorsi hanno visto venire meno le opportunità di impiego».

Il governo sta lavorando a un nuovo decreto legge che contenga la proroga del blocco dei licenziamenti solo per alcuni settori in crisi, come ad esempio il tessile.

Al contrario di quanto si pensi, durante la pandemia, ci sono stati licenziamenti, oltre allo scadere dei contratti a termine che non sono stati rinnovati. Nel 2020 ci sono stati circa 550mila licenziamenti, 900 mila del 2019.

«La soluzione in extremis sappiamo già qual è: un decreto del governo perché non c’è tempo di intervenire nel decreto sostegni bis, e che interverrà in modo parziale. Sarebbe stato utile invece da questo governo e dalla sua maggioranza un atto coraggioso, quel coraggio che hanno sempre avuto quando c’era da fornire risorse nei confronti del sistema delle imprese. Non si può dire come fa Draghi che bisogna prorogare lo stato di emergenza e poi però non si proroga il blocco dei licenziamenti: dal governo e dalla sua maggioranza una scelta ingiusta e sbagliata», ha commentato Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.

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