Il processo ter, chiesto dalla Cassazione per rivalutare le pene, si è concluso con la conferma delle condanne per tutti i dodici imputati. Per l’ex ad di Ferrovie è stata ribadita la condanna a cinque anni di reclusione.
Alla fine del processo d’appello ter per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009 in cui persero la vita 32 persone, la corte d’appello di Firenze ha confermato le condanne per tutti i 12 imputati, tra cui Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e Rete ferroviaria italiana, per il quale è stata ribadita la pena di 5 anni di reclusione. I giudici erano chiamati a ricalcolare le pene dopo l'annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione. L’udienza si è conclusa dopo poco più di due ore di camera di consiglio.
La decisione
Il processo ter era iniziato dopo che la Cassazione, a gennaio 2024, aveva confermato le responsabilità penali degli imputati chiedendo però un nuovo procedimento limitatamente alle attuanti generiche, per alcuni imputati tra i quali l'ex ad di Fs e Rfi. Il rinvio della Cassazione non aveva, dunque, annullato le condanne, ma si era limitato ad imporre una nuova valutazione su quanto sconto di pena applicare per le attenuanti.
I giudici del tribunale di Firenze, però, hanno ribadito le condanne già decise prima del rinvio della Corte confermando, oltre ai cinque anni di reclusione per Moretti, le pene a quattro anni e due mesi per l’altro ex dirigente di Ferrovie Michele Mario Elia e quattro anni a Mario Castaldo, ex direttore della divisione Cargo Chemical. Il legale di Moretti, Ambra Iovine, ha espresso delusione per la decisione e ha annunciato ricorso in Cassazione.
Intanto fuori dal tribunale si è tenuto un presidio dei familiari delle trentadue vittime del disastro ferroviario che hanno appeso cartelloni e foto dei loro cari al cancello del palazzo di giustizia. «In questi anni siamo stati presenti a ognuna delle 250 udienze e vogliamo esserci fino in fondo – spiegano l'associazione Il Mondo che vorrei e Assemblea 29 Giugno – Esserci fino in fondo significa anche continuare a essere accanto ai lavoratori delle Ferrovie contro un potere che pretende la delega, la passività e la rassegnazione. Familiari e ferrovieri: unità preziosa da consolidare e sviluppare».
I fatti
La sera del 29 giugno 2009, un treno merci carico di Gpl deragliò vicino alla stazione di Viareggio. Uno dei carri cisterna, di proprietà della compagnia Gatx, si perforò nell’impatto: la fuoriuscita di carburante causò un'esplosione devastante. Le fiamme investirono le abitazioni vicine, morirono 32 persone, molte dei quali nei mesi successivi nei centri ustionati di vari ospedali. Le successive indagini accertarono gravi carenze nella manutenzione e nella gestione della sicurezza, coinvolgendo dirigenti di Ferrovie dello Stato, Rfi, Gatx e officine di riparazione.
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