La giornalista Selvaggia Lucarelli, in un editoriale su Domani, ha espresso la sua opinione sui tassisti, e i tassisti hanno risposto organizzando un coro sessista durante una manifestazione contro il disegno di legge sulla Concorrenza: «Selvaggia Lucarelli è una puttana», scandisce nel più antico e maschilista dei modi un gruppo attorno allo striscione “Tassisti napoletani” che arriva fino a quelli dietro al vessillo dei tassisti genovesi.

La firma di Domani ha criticato la loro proposta di stralciare l’articolo 10 dal disegno di legge per difendere quelli che reputano i loro diritti contro le nuove formule di trasporto, come Uber, articolo che promuove la concorrenza anche in sede di conferimento delle licenze.

Dopo la manifestazione, Vincenzo Donzelli, rappresentante di Uti Napoli, uno dei più antichi sindacati di settore, sconfessa l’azione e anche lo striscione, ma aggiunge: «Ma il coro offensivo va condannato anche nei confronti di un uomo, sempre offensivo, dov’è la cosa sessista?».

A nessuno di loro al momento, si può obiettare, è stato dato della sgualdrina però: «E io cosa c’entro in tutto ciò? Lei mi sottolinea la donna. Se era fatto pure verso il signor Esposito era da condannare».

Lo striscione

Allo stesso modo, Donzelli, prende le distanze dallo striscione: «Lo striscione non è il nostro, c’è scritto tassisti napoletani». L’insegna davanti a cui si svolge la scena ripresa dai social, il manifestante col megafono che esorta gli altri manifestanti a insultare Lucarelli, è la stessa che compare postata sul loro profilo Facebook: «Ha visto il simbolo del sindacato?».

E prosegue: «Quella è la foto del comitato napoletano, accanto c’è anche taxi Genova. Lei sta additando quello striscione, ma è di tutti i tassisti di Napoli. Le devo dare spiegazioni sulle foto del profilo Facebook? Non può prendere una foto e collegarla alla sigla sindacale, assolutamente non è un nostro striscione».

Per Donzelli «qualsiasi atteggiamento denigratorio è da condannare, lo dice l’etica dell’essere umano. Ancora non so di cosa stiamo parlando. Quando è stato fatto questo coro io non c’ero, quando è stato fatto il coro non l’ho sentito. Non sono stato tutta la mattina in piazza». E conclude: «Io l’editoriale non l’ho letto», e anche se in piazza il contenuto sembrava molto noto «io non so niente. Il coro offensivo è offensivo verso una donna e verso un uomo».

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