Roman Abramovic, proprietario della squadra di calcio Chelsea FC è stato inserito nella lista delle nuove sanzioni britanniche. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, precisando che all'oligarca sarà proibito di visitare il paese ed effettuare transazioni con individui e imprese del Regno Unito. La squadra di calcio potrà continuare le sue attività. 

BENI CONGELATI

Il dipartimento del Tesoro del Regno Unito ha spiegato che tutti i fondi e le risorse economiche che appartengono, sono detenute o controllate, direttamente o indirettamente, da Abramovich sono congelate. La lista include anche società Chelsea Football.

Per la squadra di calcio, però, il governo ha predisposto delle licenze per permetterne la continuazione delle attività, affinché possa «svolgere le  attività calcistiche, senza compromettere l'impatto delle sanzioni».

Oltre alla squadra del Chelsea, che detiene dal 2003, Abramovich  è anche azionista della multinazionale siderurgica Evraz Plc e nella società russa Norilsk Nickel, una dei principali produttori di nichel e palladio al mondo. 

LA MOTIVAZIONE

In una nota il Tesoro britannico ha spiegato che le sanzioni gli vengono applicate per la sua vicinanza a Putin – responsabile della «destabilizzazione dell'Ucraina, del suo indebolimento e della minaccia alla sua integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza» –  e per il suo sostegno al Cremlino. 

In virtù dei decennali rapporti con Putin, si legge nella nota, Abramovich ha beneficiato di un «trattamento preferenziale e  di concessioni da Putin e dal governo russo».  Benefici finanziari e materiali tra cui agevolazioni fiscali in relazione a società a lui collegate, compravendita agevolata di azioni con lo stato, e contratti in vista della Coppa del mondo Fifa 2018.

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha commentato la decisione dicendo che «non possono esserci rifugi sicuri per coloro che hanno sostenuto il feroce assalto di Putin all'Ucraina». 

LA SOCIETà EVRAZ PLC

Secondo il governo britannico, lo stesso Abramovich «è o è stato coinvolto nella destabilizzazione dell'Ucraina e nella minaccia alla sua integrità territoriale, sovranità e l'indipendenza, tramite Evraz Plc». Questo, in ragione del controllo da lui esercitato sulla multinazionale siderurgica che opera anche in Ucraina, oltre che in altri paesi.

Evraz Plc avrebbe fornito servizi finanziari o messo a disposizione fondi economici risorse, beni o tecnologie implicate nella destabilizzazione, come «la potenziale fornitura di acciaio all'esercito russo che potrebbe essere stato utilizzato nel produzione di carri armati», e lo svolgimento di attività «di importanza strategica per il governo della Russia nel settore edile, della difesa ed estrattivo».

IL CHELSEA

Due giorni dopo l’invasione della Russia in Ucraina, Abramovich aveva annunciato di essere intenzionato a lasciare la gestione della squadra ad una fondazione benefica per metterla al riparo dalle conseguenze economiche che si preannunciavano come conseguenza del conflitto.
Con una nota pubblicata sul sito ufficiiale aveva spiegato che  nei «quasi venti anni di proprietà del Chelsea Fc» aveva sempre cercato di svolgere un «ruolo di custode» nei confronti della società e di prendere «decisioni tenendo a cuore l'interesse del Club». Ed era con quello spirito, spiegava, che avrebbe affidato «agli amministratori della Fondazione di beneficenza del Chelsea la gestione e la cura del Chelsea FC. Credo che attualmente siano nella posizione migliore per prendersi cura degli interessi del Club, dei giocatori, dello staff e dei tifosi».

© Riproduzione riservata