Continua la battaglia intorno a Severodonetsk. Secondo il governatore del distretto di Lugansk, Serhiy Haidai, basterebbero 72 ore per riprendere la città, se l’esercito ucraino disponesse delle armi necessarie. Se l'Ucraina avesse le armi a lungo raggio fornite dall'occidente, potrebbe «ripulire dalle truppe russe Severodonetsk in due o tre giorni». Haidai lo ha scritto sul proprio canale Telegram. Il governatore ha aggiunto che al momento l’esercito russo assalta con forza la zona industriale di Severodonetsk e pertanto è impossibile evacuare la popolazione. Inoltre Haidai ha sottolineato che i russi non controllano la rotta strategica Lysychansk-Bakhmut, ma la prendono costantemente d'assalto.

Il grano

Resta sul tavolo anche il problema del grano prodotto dai due paesi in guerra che nessuno sta consegnando ai paesi nel mondo che ne hanno bisogno, soprattutto i più poveri. 

Il blocco dei porti marittimi ucraini da parte della Russia potrebbe causare carenze di prodotti alimentari in dozzine di paesi nel mondo e far morire di fame milioni di persone. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un discorso in videocollegamento all'evento Time 100 Gala, organizzato dalla rivista statunitense Time.

«È stata la flotta russa, non quella britannica o qualsiasi altra, a bloccare i porti ucraini del Mar Nero, lasciando il mondo sull'orlo di una terribile crisi alimentare» ha affermato Zelensky. Il capo di Stato ucraino ha sottolineato che non si tratta soltanto di una crisi dei prezzi. «Non possiamo esportare il nostro grano, mais, olio vegetale e altri prodotti che hanno svolto un ruolo stabilizzante nel mercato globale. Ciò significa che, sfortunatamente, potrebbe esserci una carenza fisica di alimenti in dozzine e dozzine di Paesi in tutto il mondo» ha sostenuto Zelensky.

Durante la ministeriale Ocse, il presidente del Consiglio Mario Draghi a questo proposito ha sostenuto che «I nostri sforzi per prevenire una crisi alimentare devono partire dai porti ucraini del Mar Nero. Dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali bloccati lì a causa del conflitto. Gli sforzi di mediazione delle Nazioni unite e della Turchia sono passi significativi. Dobbiamo offrire al presidente Zelensky le assicurazioni di cui ha bisogno che i porti non saranno attaccati».

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