Un vasetto di El Mordjene, prodotto con latte in polvere made in France, non può entrare in Francia: l’ingrediente diventa “a rischio” non appena varca il Mediterraneo
- Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola da sabato 26 luglio
«Il legittimo sospetto è che le barriere all’ingresso in Ue dei prodotti composti non rispondano all’analisi del rischio né a esigenze di sicurezza alimentare, bensì agli interessi commerciali di Big Food a impedire le importazioni parallele dei suoi prodotti. L’obbligo per gli importatori di riportare i codici degli stabilimenti da cui provengono gli ingredienti di origine animale nei prodotti composti (es. Nutella, biscotti Oreo) realizzati in paesi terzi (es. India) consente infatti alle Corporations di impedire le loro importazioni in Ue, semplicemente non rivelando tali codici ai “trader”».
Così scrive Dario Dongo, detentore di un PhD in diritto alimentare internazionale e fondatore del portale Gift, Great Italian Food Trade. Dongo si riferisce al caso di El Murdjene che oppone l’Algeria alla Francia. Si tratta di una crema che viene fatta con latte in polvere made in France, il quale però, una volta trasformato fuori dall’Ue, diventa un ostacolo all’importazione del prodotto finito proprio in Francia. Un raro caso di “metamorfosi doganale” per il quale basta valicare un confine perché la stessa sostanza venga definita alternativamente come sicura o fonte di rischio alimentare. Ma andiamo con ordine.
Il caso
Da due anni El Mordjene, soprannominata la Nutella algerina, è diventata il punto di confluenza di una serie di questioni non risolte: dal protezionismo europeo al ruolo degli immigrati nei Paesi europei, passando per il peso della rete nella costruzione identitaria dei francesi di seconda generazione. La vicenda è stata raccontata a inizio giugno dal periodico Usa New Yorker, a partire dal suo antefatto: ovvero il fatto che dal 2021 El Mordjene, un prodotto a base di nocciole tostate, cioccolato, zucchero, latte in polvere e vaniglia, confezionato dall’azienda dolciaria algerina Cebon non ha mai rappresentato un concorrente temibile per la Nutella in Francia.
Finché, lo scorso anno, la crema al cioccolato è diventata virale perché ne hanno parlato una serie di influencer di origine algerina, come ha raccontato anche Valentina Romagnoli su Cook. Comparire tra i trending topic ha portato a un boom delle vendite, con i negozi etnici che hanno venduto migliaia di barattoli al giorno e catene come Carrefour che si sono dichiarate pronte a distribuirla su larga scala in Francia. Il motivo non è unicamente legato alla popolarità sui social: a parità di peso con la Nutella, la crema algerina costa meno.
E per di più, come ha spiegato in un video Gianni Boon, ristoratore partenopeo che gestisce il locale Spaccanapoli a Grenoble, «La Nutella resta la Nutella, ma devo ammettere che El Mordjene è meglio». Identico il verdetto di Boon mettendo a confronto El Mordjene con la crema alle nocciole della Rigoni d’Asiago, un altro dei prodotti italiani top del settore, mentre altri influencer hanno accostato il gusto di nocciole tostate della El Mordjene a quello del Kinder Bueno. Ed è a questo punto che la crema diventa vittima del suo stesso successo.
Nel settembre 2024, infatti, arriva il colpo di scienza: le dogane francesi bloccano le importazioni della crema, inizialmente senza motivazioni chiare. Successivamente emerge che il blocco si lega all’articolo 20 del regolamento europeo n. 2202/2292, dove si stabilisce che gli alimenti contenenti latte possono entrare nell’Unione europea solo se provengono da un paese «presente nell’elenco dei paesi terzi che hanno implementato un piano di controllo delle sostanze farmacologicamente attive, dei pesticidi e dei contaminanti approvato».
L’Algeria non è tra costoro e il luminoso destino della crema algerina, che contiene latte in polvere, sembra eclissarsi di fronte alle ragioni comunitarie, nonostante il dettaglio che è stata tranquillamente importata in Francia nei 3 anni precedenti al suo boom. Dura lex, sed lex, verrebbe da dire. Peccato che un quotidiano francese, La province, in seguito riveli come il latte in polvere incriminato risulti originario proprio della Francia, la quale è ben lieta di esportarlo, mentre lo è meno se viene utilizzato in prodotti importati.
Il doppio standard
Ci si aspetterebbe che comunque il divieto insensato venga tolto, ma così non accade. «El Mordjene ha iniziato a rappresentare un problema nel momento in cui è diventato una star», dichiara al citato New Yorker Habib Merouane Hadj Bekkouche, portavoce dell’Organizzazione algerina per la protezione dei consumatori e dell’ambiente.
Il doppio standard insensato sul latte in polvere fa esplodere, di nuovo, la rete in un profluvio di meme e parodie con giovani algerini che ironizzano sui controlli come se fossero scene da Narcos, che ballano davanti a scaffali vuoti sognando il prossimo carico clandestino, alla faccia dei francesi, che sono i secondi consumatori europei di Nutella, dopo i tedeschi.
«Siete invidiosi perché questo marchio è algerino al 100 per cento, la produzione è algerina al 100 per cento, e vedere l’Algeria avere successo vi fa davvero incazzare», scrive un utente. Intanto dall’essere una faccenda interna alla Francia la contesa della crema si allarga sullo scenario geopolitico.
«La vicenda di El Mordjene illustra perfettamente le contraddizioni di un’economia globalizzata in cui le frontiere scompaiono per il capitale ma si innalzano contro i prodotti innovativi dei paesi emergenti» scrive il sito Magreb Émergent, mentre il sito International supermarket news prefigura invece che questa guerra in vasetto possa scatenare una reazione contro le aziende europee che vedono nell’Algeria un mercato chiave.
«Ciò è particolarmente vero per i marchi di prodotti alimentari di lusso e trasformati che hanno costruito una forte presenza in Nord Africa», commenta l’articolista. E così la guerra prosegue. Lo scorso mese nel porto di Marsiglia sono state sequestrate oltre 15 mila confezioni di nocciolata algerina mentre i vasetti già arrivati in Francia si trovano sul mercato “nero” a 25 euro al posto dei 15 originari.
Le tensioni
La querelle sulla crema spalmabile è arrivata in un momento in cui la tensione tra Francia e Algeria, sempre latente, si è di nuovo acuita. Lo scorso luglio il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che avrebbe appoggiato il piano marocchino per il Sahara occidentale (osteggiato dall’Algeria). E nel novembre 2024 la Francia ha chiesto la liberazione dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, noto per le sue posizioni critiche nei confronti del governo autoritario algerino, che lo ha fatto arrestare.
E quindi, come se ne esce? Come quello di pandora, il vaso di El Mordjene ha fatto fuoriuscire una serie di istanze che sembravano secondarie in un’Europa alle prese con i dazi di Trump: il rapporto tra l’Europa e le sue ex colonie, lo spazio per le comunità immigrate, la globalizzazione e i suoi limiti.
In attesa di risolvere la questione di El Mordjene, il mercato francese è stato invaso da imitazioni, spesso prodotte in Turchia, noto esportatore di prodotti contraffatti e Paese che produce il 75 per cento delle nocciole mondiali. E per ora alla domanda di un celebre claim pubblicitario, «che mondo sarebbe senza Nutella?», si contrappone quella di tanti franco algerini che esigono uguaglianza di trattamento rispetto ai francesi e si chiedono invece: «Che mondo sarebbe con El Mordjene?».
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