Su Domani arriva il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra.

Mario Francese, nel raccontare le vicende giudiziarie relative a fatti di mafia, delineò con chiarezza l’elevato spessore criminale di diversi esponenti di "Cosa Nostra" il cui rilievo non era ancora stato posto in luce dai mezzi di informazione.

Egli, in un articolo del 22 dicembre 1972, riguardante il rinvio a giudizio di Gerlando Alberti per la “strage di Viale Lazio” (realizzata il 10 dicembre 1969), descrisse l’attivo ruolo disimpegnato da Giuseppe Calò nel contesto mafioso, sottolineando il suo stretto rapporto con i Greco di Ciaculli.

Alcuni dei più gravi e complessi episodi criminosi, rimasti insoluti per decenni (ed, in alcuni casi, non ancora chiariti in sede giudiziaria), furono presi in esame da Mario Francese: segnatamente, la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro (v. l’articolo dal titolo «Rapportino (2 cartelle) sul “caso De Mauro», pubblicato sul "Giornale di Sicilia" del 15 novembre 1970), l’assassinio del Procuratore della Repubblica di Palermo Pietro Scaglione (v. l’articolo dal titolo «Rapporto congiunto polizia-carabinieri sui primi venti giorni di lavoro investigativo», pubblicato sul "Giornale di Sicilia" del 27 maggio 1971), la morte di Enrico Mattei (v. l’articolo dal titolo «Il magistrato cerca di ricostruire le ultime ore di Mattei in Sicilia», pubblicato sul "Giornale di Sicilia" del 1° ottobre 1971), l’uccisione di Giuseppe Impastato (v. l’intervista alla madre ed al fratello di Giuseppe Impastato, pubblicata sul "Giornale di Sicilia" del 18 maggio 1978 con il titolo «Né terrorista né suicida – Mio figlio è stato ucciso!»).

L’acuta intelligenza e il coraggioso impegno professionale di Mario Francese si soffermarono, sin dalla prima metà degli anni ’70, anche su alcune significative personalità destinate a svolgere un ruolo di attiva intermediazione tra la mafia e la società civile, agevolando fortemente l’infiltrazione degli interessi dei boss corleonesi nei più diversi settori sociali.

Il commercialista dei Corleonesi

Nel seguente articolo, apparso sul "Giornale di Sicilia" del 14 agosto 1974, Mario Francese pose in risalto la attività prestata da Giuseppe Mandalari in favore di società costituite da esponenti di "Cosa Nostra", i suoi rapporti con don Agostino Coppola (parroco di Carini), con Salvatore Riina e con Leoluca Bagarella, la sua attività politica:

ANONIMA SEQUESTRI - Si indaga sulla personalità di Giuseppe Mandalari

Specialista nell'amministrare società costituite da mafiosi

Un altro professionista arrestato per reticenza (secondo il magistrato proteggeva il commercialista) - L'indagine a una svolta decisiva

I due nuovi mandati di cattura per il sequestro dell'ingegnere Luciano Cassina e l'ordine di cattura, per favoreggiamento, del commercialista Pino Mandalari potrebbero costituire i punti di partenza per un'indagine più approfondita sull'«anonima sequestri», cui si attribuiscono i rapimenti, a scopo di estorsione, anche di Rossi di Montelera, Emilio Baroni e Pietro Torrielli. I mandati di cattura, del giudice istruttore Aldo Rizzo, riguardano il parroco di Carini don Agostino Coppola e il camionista di Uditore Salvatore Alterno. Entrambi hanno avuto contestato il concorso nel sequestro Cassina con Giuseppe Calò, Francesco Scrima, Leonardo Vitale e ignoti. Il ragioniere Pino Mandalari ha avuto contestato il reato di favoreggiamento personale, al momento dei soli Salvatore Riina, luogotenente di Luciano Liggio, e Leoluca Bagarella, per un verso, e di don Agostino Coppola per un altro. E' come dire che il commercialista viene tenuto in una posizione ibrida: arrestato momentaneamente per il favoreggiamento, poggia anche un piede, secondo gli investigatori, nella fossa che si è scavato attorno alla «anonima sequestri». Una posizione, dunque, da approfondire e da chiarire.

Attorno ai personaggi, nuovi e vecchi, ritornati alla ribalta della cronaca, è venuta a galla l'esistenza di società, piccole e grandi, con ragioni sociali svariate e sulla cui vera attività la magistratura ha disposto accertamenti affidati a polizia, carabinieri e guardia di finanza. In particolare, le società che più da vicino interessano l'«anonima sequestri» e il ragioniere Pino Mandalari sono la «Zoo-Sicula RISA» e la «Solitano». Fondatore della «RI.SA.», cui da qualche parte si è attribuito il nome di Riina Salvatore (quindi le iniziali del luogotenente di Luciano Liggio), è Pino Mandalari. Comunque la denominazione « RI.SA.», secondo le interpretazioni degli interessati, sarebbe quella di «Riproduzioni industriali sottoprodotti agricoli». Si tratta di una società per azioni.

Più importante, come ragione sociale e come capitali, viene ritenuta la «Solitano»: una società, anch'essa per azioni, di cui è presidente Francesco Salamone, amministratore Gaspare Di Trapani, e consulente tributarista e commercialista il ragioniere Pino Mandalari.

Secondo i carabinieri, si tratterebbe di società-paravento di grossi mafiosi, Luciano Liggio, Salvatore Riina, Bagarella. In altri termini, società tendenti a rendere «puliti» notevoli capitali provenienti da delitti e, in particolare, da sequestri di persona.

Come si è giunti alla nuova svolta nelle indagini del sequestro Cassina? Punto di partenza è stato, ovviamente, l'arresto del parroco della chiesa dello scalo ferroviario di Carini, don Agostino Coppola. Su questa scia, tra il giugno ed il mese scorso, si erano buttati sia la squadra mobile che i carabinieri. La squadra mobile venuto fuori il personaggio del commercialista Giuseppe Mandalari, lo seguì nei suoi movimenti e nelle sue attività e, su questi accertamenti presentò al giudice istruttore Aldo Rizzo, che si occupa del caso Cassina, un dettagliato rapporto. In particolare, gli uomini di Contrada riferirono sull'amicizia di Pino Mandalari con don Agostino Coppola, e sulle attività di commercialista svolta dal Mandalari in alcune società, tra cui la «Zoo-Sicula RISA» e la «Solitano». Mandalari, tra l'altro, si è occupato anche di politica. Diplomato in ragioneria, sin da ragazzo aderì al Partito Nazionale Monarchico e fu uno dei «pupilli» del defunto onorevole Ernesto Pivetti. Già dirigente del movimento giovanile monarchico, in passato è stato segretario provinciale del PDIUM, candidato alle elezioni amministrative e nelle ultime elezioni nazionali. In questa occasione, per voti, fu il secondo, dopo l'on. Cuttitta, e quindi il primo dei non eletti. E' stato candidato per la destra nazionale anche nelle ultime elezioni regionali. Dal 1954 è stato dipendente dell'assessorato regionale ai Lavori Pubblici. Si dimise circa sei anni fa per abbracciare la carriera del commercialista.

I carabinieri dal canto loro, verso la fine di luglio, hanno presentato al giudice Rizzo un altro rapporto. Il contenuto è quasi dello stesso tenore di quello della squadra mobile. I carabinieri, in più, hanno approfondito l'attività delle società «RISA» e «Solitano», hanno perfezionato l'inchiesta sui rapporti di Mandalari con le società sospettate di attività poco chiare e sono pervenuti alla denuncia, per concorso nel sequestro Cassina, del camionista di Uditore Salvatore Alterno, il quale sarebbe stato a stretto contatto di gomiti con don Agostino Coppola. Tra l'altro, i carabinieri hanno riferito alla magistratura sull'acquisto, da parte della «Solitano», di un feudo a Piano Zucco di Partinico, già di proprietà della principessa di Ganci. Tale acquisto, alla «Solitano», sarebbe stato caldeggiato dal commercialista Mandalari. Si tratta di un feudo che, in atto, viene gestito in gabella da don Agostino Coppola e parenti. Che cosa ci sia stato di poco chiaro in questo trapasso di proprietà, non è dato saperlo. Si sa solo che il sostituto procuratore Domenico Signorino ha interrogato ieri, nel suo ufficio, l'amministratore Gaspare Di Trapani e il presidente Francesco Salamone, della società «Solitano». Il Di Trapani alle 10, è stato dichiarato in stato di arresto provvisorio per reticenza. Non si è trattato di un caso isolato. Anche la signora Franca Camarda facente parte dello studio del ragioniere Mandalari di via Serradifalco, dopo un concitato interrogatorio è stata arrestata provvisoriamente. Nel pomeriggio, ancora nell'ufficio del dottor Signorino, c'è stato un secondo round durato fino a notte. Il primo interrogato, Gaspare Di Trapani, s'è visto tramutare l'arresto provvisorio in ordine di cattura. E' stato perciò associato all'Ucciardone. Fino a tarda ora la posizione della Camarda è rimasta in bilico.

Quali i punti scabrosi di questa fase giudiziaria? Ovviamente, secondo quanto riferito dai carabinieri col loro rapporto, il dottor Signorino ha voluto vederci chiaro nella posizione dei fratelli Coppola, Agostino e Giacomo, nella «Solitano». Insomma, da dove sono venuti fuori i fondi per l'acquisto del feudo di Piano Zucco e perché in questo feudo Giacomo Coppola ha tutte le apparenze del padrone? E poi si sono chiesti carabinieri e pubblico ministero, come mai il ragioniere Mandalari entra o come presidente o come socio o come tributarista in società dubbie e composte da persone in odor di mafia?

Per quanto riguarda il camionista di Uditore e il sequestro Cassina, i carabinieri hanno accertato che Alterno, oltre ad essere in rapporti di stretta amicizia con padre Coppola, prestava a questi anche il suo nome. Sarebbe stato accertato che don Agostino Coppola spesso viaggiava con documenti fasulli, intestati all'Alterno.

Infine, da sottolineare l'interrogatorio di un teste-segreto (ma al quale si dà una certa importanza). Il nome non è stato reso noto, si sa solo che il dottor Signorino l'ha sentito negli uffici della squadra mobile e che il teste avrebbe riferito in ordine alla «anonima sequestri» e in ordine agli omicidi di Vito e Giovanni Gallina, ai quali secondo l'accusa, non sarebbe estraneo lo stesso Agostino Coppola.

Le indagini su don Agostino

I medesimi argomenti vennero ulteriormente approfonditi da Mario Francese nel seguente articolo, pubblicato sul "Giornale di Sicilia" del 15 agosto 1974, in cui si prospettava anche l’eventualità che fosse stato don Agostino Coppola (definito come il “parroco-mafioso”) a celebrare il matrimonio tra Salvatore Riina e Antonietta Bagarella:

Domani il magistrato farà questa domanda al parroco-mafioso

Celebrate da don Coppola le nozze Riina - Bagarella?

Continuano intanto le indagini sul commercialista Pino Mandalari, che rimane imputato di favoreggiamento - Il complicato giro delle società mafiose

Ancora non ci sono prove che il commercialista Pino Mandalari sia implicato nell'anonima «sequestri» e che abbia avuto mani in pasta nel sequestro dell'ingegnere Luciano Cassina. Per questo, al momento, resta imputato di favoreggiamento personale di Salvatore Riina e Leoluca Bagarella, del clan di Luciano Liggio. Inoltre, il procedimento contro Mandalari resterà indipendente. In esso è stato compreso anche l'amministratore della società partinicense «Solitano», Gaspare Di Trapani, incriminato di reticenza. Interrogato come teste nel quadro delle indagini sul conto di Pino Mandalari, era stato fermato nella mattina di martedì e quindi associato all'Ucciardone nella serata dello stesso giorno, dopo una tappa al pronto soccorso di piazza Marmi. L'altra teste arrestata in via provvisoria, Franca Camarda, presidente del collegio sindacale della «Zoo-Sicula Risa» (di cui è amministratore Pino Mandalari) è stata invece rilasciata nella nottata di martedì. Anche per lei, durante l'interrogatorio, si è reso necessario l'intervento di un medico.

Queste le conclusioni di una movimentata giornata, caratterizzata dall'interrogatorio in carcere, del commercialista Giuseppe Mandalari. Assistito dall'avvocato Salvatore Mormino, l'imputato ha ammesso di essere stato da tempo amico del parroco di Carini, don Agostino Coppola. Una amicizia nata, secondo quel che ha raccontato, in epoca non sospetta e forse cimentata da rapporti politici. Si sa infatti che Mandalari, dirigente del PDIUM, è stato anche più volte candidato, per il suo partito, sia in elezioni regionali che provinciali e nazionali. Avrebbe ammesso anche di aver compiuto qualche viaggio a Roma in compagnia di don Agostino Coppola. Ma a suo avviso si sarebbe trattato di compagnia occasionale in quelle rare volte che lui si era trasferito nella capitale per la sua attività di commercialista e tributarista.

Pino Mandalari, al sostituto procuratore Domenico Signorino, avrebbe anche confermato di essere amministratore della «Risa» e consulente tributario di altre società, tra cui la «Solitano». «Io - avrebbe dichiarato Mandalari al magistrato della Procura - non chiedo, ai miei clienti, la provenienza del denaro. La Solitano è una società immobiliare regolarmente autorizzata e non trovai niente di strano nel consigliare l'acquisto del feudo di Piano Zucco. I rapporti tra la Solitano e i gabellotti del feudo, che sono i fratelli Coppola, a me non riguardavano».

Comunque, il dottor Signorino ha disposto accertamenti sul conto delle società di cui Mandalari è risultato amministratore. A proposito della «Zoo-Sicula», l'imputato avrebbe confermato che la società è proprietaria dell'appartamento in cui, a San Lorenzo, è stato pescato ed arrestato Leoluca Bagarella, fratello della maestrina di Corleone, Antonietta. Pino Mandalari avrebbe escluso di avere affittato l'appartamento a Salvatore Riina o a Leoluca Bagarella. Si sarebbe presentato un personaggio e la società non aveva trovato nulla in contrario a locargli l'abitazione di San Lorenzo. Quindi Mandalari avrebbe negato di sapere che l'appartamento sarebbe dovuto servire per la coppia «segreta» Riina - Antonietta Bagarella. «Io - avrebbe detto Mandalari - non conosco personalmente né Riina né Leoluca Bagarella». E' un problema aperto. Il dottor Signorino sta accertando tramite squadra mobile e carabinieri i particolari dell'affitto dell'appartamento. Si sta cercando anche di arrivare ai nomi dei testimoni del matrimonio segreto tra Salvatore Riina e la maestrina di Corleone, Antonietta Bagarella. A don Agostino Coppola, venerdì, giorno in cui sarà interrogato dal giudice Aldo Rizzo, verrà chiesto se per caso non sia stato proprio il parroco di Carini a celebrare le nozze segrete. Il matrimonio, infatti, fu celebrato il 13 maggio, mentre don Agostino Coppola fu arrestato il 23 maggio.

E' in queste nozze e nell'approntamento del nido degli sposi di San Lorenzo, il commercialista Mandalari che parte ebbe? Sono tutti interrogativi in attesa di risposta. Come in attesa di risposta sono gli interrogativi che riguardano una serie di società di cui farebbero parte personaggi in odore di mafia.

La sentenza in questione è quella della Corte di Assise di Palermo, presidente Leonardo Guarnotta, contro Salvatore Riina +9.

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