In tutto le richieste di arresto sono sei. Le accuse sono a vario titolo di corruzione e falso. Nel nuovo filone d’indagine della procura meneghina è indagato anche l’archistar Stefano Boeri
Sei arresti. Sono quelli richiesti dalla procura di Milano nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica da parte del comune guidato da Beppe Sala.
Tra loro c’è Giancarlo Tancredi, assessore comunale alla Rigenerazione urbana: i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici con l’aggiunta Tiziana Siciliano ne chiedono i domiciliari, le accuse sono tra le altre quelle di corruzione e falso. Coinvolti anche il costruttore e presidente del gruppo immobiliare Coima Manfredi Catella, per il quale sono stati chiesti gli arresti in casa, e ancora il costruttore Andrea Bezziccheri, nonché due ex membri della commissione per il paesaggio del comune: Giuseppe Marinoni, che l’ha presieduta, e l’architetto Alessandro Scandurra. Per questi ultimi tre, e per l’architetto Francesco Pella, la richiesta dei pm è quella del carcere. S’indaga appunto per induzione indebita a dare o promettere utilità, a carico di pubblici ufficiali.
Nell’inchiesta risulta indagato (senza alcuna richiesta di misura) anche Stefano Boeri, l'archistar noto in tutto il mondo per il Bosco Verticale, nei confronti del quale sono state svolte delle perquisizioni. Tra i progetti al centro del nuovo filone di indagini – gli indagati sono più di ventuno – ci sarebbe anche la riqualificazione del Pirellino. Boeri è imputato in altri due procedimenti a Milano: per turbativa d'asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea di informazione e cultura e per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.
Gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza in queste ore stanno perquisendo anche alcuni uffici del comune di Milano. In totale ventiquattro le perquisizioni disposte dall’autorità giudiziaria.
«Il fenomeno indagato, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo, tant'è che le indagini – ricorda la Gdf in una nota – hanno già portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri e all'adozione di misure cautelari personali».
Le carte
«Cerchiamo di tararci al meglio e trovare un equilibrio per qualità e collaborazione tecnica. Poi spacchiamo», scrivevano gli indagati nelle chat. Al centro la costruzione “in verticale” della città. In cui, secondo gli inquirente, l'assessore Giancarlo Tancredi avrebbe avuto un ruolo ben preciso. Più in particolare il politico «abusando dei poteri di assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune e in violazione dei doveri dell'Ufficio di terzietà e imparzialità rispetto ai lavori della Commissione per il Paesaggio, su richiesta di Manfredi Catella e di Stefano Boeri che determinavano le condotte del primo, interferiva nelle valutazioni della Commissione per il paesaggio, così inducendo indebitamente il presidente della Commissione Paesaggio Marinoni a orientare la Commissione a esprimere parere favorevole sull'intervento edilizio denominato P39-Pirellino e Torre botanica al fine di garantire utilità e soddisfazione agli interessi economici di Catella e del suo progettista Stefano Boeri, modificando il parere negativo già espresso dalla Commissione per il Paesaggio sull'impatto dei volumi e su altre gravi incongruenze progettuali».
Ma in particolare Tancredi, «facendo proprie le richieste di Boeri e Catella che minacciavano la rottura delle relazioni che la mancata approvazione avrebbe provocato e riferendo che anche il sindaco Sala (estraneo, ndr) era stato informato da Boeri per averne l'appoggio, faceva pressioni su Marinoni, affinché facesse esprimere la Commissione in modo favorevole sull'intervento così da garantire gli interessi di Catella e Boeri».
Un vero e proprio sistema caratterizzato, sempre secondo chi indaga, dalla corruttela e dai conflitti di interesse.
«Se riuscissimo a concludere anche solo metà dei lavori che abbiamo avviato in questi sei mesi avremmo lavori per il prossimo lustro…ahah», è uno degli altri messaggi che gli indagati non a caso si scambiano.
Ora le opposizioni chiedono le dimissioni di Tancredi. E dello stesso sindaco Sala.
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