Il governo austriaco ha annunciato oggi che da febbraio vaccinarsi contro il Covid-19 diventerà obbligatorio nel paese. «Per molto tempo in questo paese c'è stato consenso sul fatto che non avremmo voluto che le vaccinazioni diventassero obbligatorie –  ha detto in televisione il primo ministro conservatore Alexander Schallenberg – Da molto tempo, forse troppo si presumeva che sarebbe stato possibile ottenere un alto tasso di vaccinazione anche senza obbligo. Ora dobbiamo affrontare la realtà».

Nello stesso discorso, Schallenber ha anche annunciato che il lockdown per non vaccinati iniziato questa settimana si trasformerà in una chiusura generalizzata per tutta la popolazione a partire da lunedì e per la durata minima di dieci giorni. 

Prima in Europa

L’Austria è sulla linea del fronte della quarta ondata. Non solo è il primo paese a tornare in lockdown, ma è anche il primo in Europa e uno dei primi al mondo a introdurre l’obbligo vaccinale. Si tratta di una scelta spinosa, che apre una serie di problematiche politiche, legali e applicative tali che fino ad ora pochissimi paesi hanno deciso di seguire questa strada.

La decisione è stata dettata dal basso numero di vaccinazioni  (almeno per gli standard dell’Europa occidentale: poco più del 62 per cento degli austriaci ha ricevuto il vaccino, oltre dieci punti meno dell’Italia e quasi 20 meno della Spagna), unito a un’ondata epidemica superiore a tutte le precedenti.

Con oltre diecimila casi al giorno e un’incidenza di circa 140 casi ogni 100mila abitanti, l’Austria da oltre una settimana uno dei paesi più colpiti dal virus di tutta l’Europa.

L’obbligo sarà in vigore dal primo febbraio, ma come, in quali modalità e con quali controlli resta ancora da decidere. Schallenberg è stato vago sui dettagli, limitandosi a dire che chi non si vaccinerà potrebbe ricevere una multa di qualche tipo. Il primo ministro ha comunque assicurato che l’obbligo vaccinale non è in contrasto con la costituzione del paese.

L’obbligo nel mondo

Soltanto altri tre paesi fino ad ora hanno fatto la scelta dell’Austria. Sono tutti diversi l’uno dall’altro e a loro modo particolari.

Il primo a introdurre l’obbligo, lo scorso febbraio, è stata l’Indonesia, un paese di 270milioni di abitanti in larga parte di religione musulmana. Dopo l’Indonesia è arrivata una dittatura centroasiatica, il Turkmenistan, e infine un microstato insulare del Pacifico, la Micronesia. 

L’Indonesia è forse il caso più noto tra questi. Il vaccino è stato reso obbligatorio lo scorso febbraio, nel mezzo dell’ondata più grave tra quelle che hanno colpito il paese. Chi rifiuta di vaccinarsi rischia una multa e di vedersi tagliare gli eventuali sussidi che riceve.

Parte della resistenza al vaccino è di natura religiosa. Alcuni accusano il vaccino di non essere halal, cioè “puro”. Ma nel paese sono presenti anche le stesse critiche che il movimento novax muove ai vaccini in Europa. A febbraio, ad esempio, è diventato virale un video di un parlamentare che diceva di non volersi vaccinare a causa degli interessi economici delle case farmaceutiche produttrici di vaccino.

Secondo un sondaggio realizzato lo scorso dicembre, solo il 37 per cento degli intervistati era disposto a farsi vaccinare, il 40 per cento si dichiarava incerto e il 17 per cento contrario.

Oltre allo scetticismo, le autorità sanitarie del paese hanno dovuto combattere anche la disponibilità di vaccini, che è tutt’ora piuttosto ridotta. Per mesi, il numero di vaccinazioni è stato limitato e solo nel corso dell’estate, con l’arrivo dei vaccini del programma internazionale Covax, le somministrazioni hanno iniziato ad accelerare. Oggi circa il 16 per cento degli indonesiani ha ricevuto un ciclo completo di vaccinazione, mentre il 32 per cento ha ricevuto una dose soltanto.

A luglio era stato il ministro della Salute del Turkmenistan ad annunciare la vaccinazione obbligatoria. Governato in modo autoritario dal presidente Gurbanguly Berdimuhamedow, oggetto di un vero e proprio culto della personalità, secondo le statistiche ufficiali il Turkmenistan è stato a lungo privo di casi di Covid. Un picco improvviso di casi nel corso dell’estate aveva spinto il governo a introdurre l’obbligo vaccinale. Le autorità sanitarie del paese non forniscono dati sul tasso di vaccinazione della popolazione.

La Micronesia, uno stato federale composto da decine di isole abitate da poco più di centomila persone, è stato l’ultimo paese a introdurre l’obbligo, lo scorso agosto. In particolare, chiunque riceve sussidi pubblici è tenuto a dimostrare di essersi vaccinato altrimenti rischia di perderli. Dopo l’annuncio, il presidente del paese David Panuelo ha ricevuto diverse minacce di morte via Facebook. Ufficialmente, il paese ha registrato fino ad ora un unico caso di Covid, grazie soprattutto a una serie di controlli alle frontiere molto stringenti.

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