Il fiuto delle mafie è più vivo che mai. Non solo usura, droga e appalti ma anche dispositivi sanitari e vaccini sono finiti nelle mire dei sodalizi criminali. L’ultimo rapporto dell’Organismo permanente di monitoraggio, presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi, mostra un quadro preoccupante dell’economia italiana, sempre più vulnerabile alle infiltrazioni criminali.

Il nuovo obiettivo è la diffusione dei vaccini che a detta delle forze dell’ordine «potrebbe costituire l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale», come si legge nel rapporto.

Ingenti investimenti illeciti da immettere nell’economia legale per essere riciclati e aumentare il potere e il controllo territoriale. «Si tratta di modelli di mafie moderne – si legge nel documento – capaci sia di rafforzare i propri vincoli associativi mediante la ricerca di consenso nelle aree a forte sofferenza economica, sia di stare al passo con le più avanzate strategie d’investimento, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e dell’Unione Europea». In questo caso, il Recovery plan si presenta come un’occasione ghiotta e da non perdere.

Le indagini delle forze dell’ordine evidenziano nello specifico tre differenti strategie criminose: accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia, ottenere il pagamento di prestazioni rese da aziende contigue attraverso condotte corruttive; e l’infiltrazione nei servizi di sanificazione che interessano le strutture alberghiere e commerciali.

Le segnalazioni di operazioni sospette registrate dall’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (Uif) registrate dal primo marzo al 15 ottobre del 2020 sono ben 67.382. In particolare, gli ambiti che hanno visto un particolare aumento sono: l’abusivismo finanziario (+275,61 per cento), l’abuso nei finanziamenti pubblici (+87 per cento), le vittime di usura (+20 per cento), l’usura (+19,34 per cento), e le imprese in crisi/rischi di infiltrazione criminale (+14,29 per cento)

Fatta eccezione per la Campania che si colloca al secondo posto tra le regioni con maggiori segnalazioni sospette, le altre posizioni sono occupate da regioni del centro-nord. Il primo posto è riservato alla Lombardia e il terzo alla Toscana, seguita da Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.

La strategia malavitosa è chiara. Sostenere i cittadini e gli imprenditori più vulnerabili e a rischio povertà con un welfare criminale che si affianca a quello statale, al fine di rafforzare le maglie del consenso sociale e «accrescere la propensione a ricercare prestiti in forma illegale, alimentando quindi i fenomeni usurari ed estorsivi».

Dispositivi sanitari: il nuovo oro

Tutto ciò che è legato al settore sanitario rientra nella cosiddetta Covid-economy, ovvero quella parte dell’economia che non ha avuto rallentamenti per via della pandemia e ha in realtà incrementato i guadagni negli ultimi mesi. I dispositivi sanitari di protezione individuale (Dpi) sono stati alcuni fra i beni più “gettonati” dai gruppi criminali che hanno provato in tutti i modi di gestirne non soltanto la commercializzazione, ma anche la produzione e l’importazione. Secondo i dati del rapporto, la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 66 milioni di mascherine e oltre un milione e mezzo di igienizzanti. In aggiunta ai beni materiali i gruppi criminali hanno messo le loro sporche mani anche su imprese di sanificazione e agenzie funebri.

Diminuiscono i reati comuni ma aumentano quelli virtuali

Da marzo a ottobre si è registrata una diminuzione dei reati comuni del 25 per cento rispetto allo scorso anno, mentre sono aumentati complessivamente quelli informatici di quasi il 35 per cento. Il crimine si è trasferito in parte online, dove ha capito che attraverso l’uso di criptovalute i suoi affari sono più protetti dai controlli delle forze dell’ordine. Sono 476 i cyber attacchi rivolti verso infrastrutture critiche di primaria importanza nazionale da marzo a ottobre, contro i 105 registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Aumentati anche gli arresti: da due a venti.

«Alcune delle più rilevanti Infrastrutture sanitarie impegnate nel trattamento dei pazienti “Covid” – si legge nel rapporto – sono state oggetto di campagne di “cyberestorsione” volte alla veicolazione, all’interno dei sistemi ospedalieri, di sofisticati ransomware concepiti allo scopo di rendere inservibili - mediante cifratura - i dati sanitari contenuti al loro interno, con conseguenti richieste di pagamento del prezzo estorsivo per lo più in criptovalute». Vengono menzionati nel documento anche gli attacchi agli istituti di ricerca del vaccino, presi di mira anch’essi da gruppi di cyber criminali.

Malcontento fomentato dalle destre contro lo stato

Nel documento c’è anche una piccola parte riservata al malcontento popolare sfruttato dalle estreme destre. «Si è registrata la presenza anche di movimenti appartenenti all’estrema destra - in particolar modo quelli di Forza Nuova - che, approfittando del malcontento popolare ed alla ricerca di un sempre maggiore consenso, tramite web hanno incentivato la “disobbedienza” contro lo “stato di polizia e la dittatura sanitaria”, creando addirittura nuovi gruppi spontanei di protesta al fine di poter gestire il controllo delle mobilitazioni in piazza».

© Riproduzione riservata