- «Pericoloso», «bastardi». Così il nuovo commissario all’emergenza migranti scelto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, definiva quelli che in terra di mafia rappresentavano lo stato e rischiavano la vita in strada per contrastare Cosa nostra.
- E quando la magistratura gli ha chiesto conto delle sue dichiarazioni ha infilato una sfilza di non ricordo.
- «Lei mi legge altre conversazioni da cui risulta che definivo Linares pericoloso. In realtà non ho mai avuto rapporti con il Linares, se non uno casuale, e non stimavo particolarmente i suoi metodi di lavoro», diceva Valenti del poliziotto antimafia.
«Pericoloso», «bastardi». Così il nuovo commissario all’emergenza migranti scelto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, definiva quelli che in terra di mafia rappresentavano lo stato e rischiavano la vita in strada per contrastare Cosa nostra. E quando la magistratura gli ha chiesto conto delle sue dichiarazioni ha infilato una sfilza di non ricordo. Per Valerio Valenti, va detto subito, non c’è niente di penalmente rilevante, ma i s



