Tre scritte rosse, due in sloveno e una in italiano sono comparse nel luogo simbolo della memoria a pochi giorni dalla celebrazione del Giorno del ricordo
Tre scritte rosse, due in lingua slovena e una in italiano, sono comparse, nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 febbraio, davanti al monumento della foiba di Basovizza a Trieste, dove lunedì si terrà una cerimonia. «Smrt fasizmu, svoboda narodom» (Morte al fascismo, libertà ai popoli) , «Trst je nas» (Trieste è nostra), e «Trieste è un pozzo» sono le frasi in vernice rossa con cui è stato vandalizzato il luogo simbolo della memoria storica italiana, proprio a poche ore dal Giorno del Ricordo che si celebra il 10 febbraio.
Le forze dell'ordine, intervenute sul posto per i rilievi, hanno avviato le indagini, analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire agli autori del gesto e fare piena luce sull’atto vandalico.
«La visita è sempre un atto doveroso nel luogo del ricordo, del silenzio incancellabile che circonda la storia delle foibe, qui trova la sua massima espressione. La circostanza rende necessario ribadire che nessuno potrà mai vandalizzare la verità storica». ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli, in visita a Trieste.
Immediata la condanna da parte del mondo della politica, dal presidente del Senato Ignazio La Russa a , Giorgia Meloni: «Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito», ha dichiarato la presidente del Consiglio.
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