La storia di Roberto Vannacci continua a essere militare, culturale, e pericolosamente politica, visto che la Lega ha confermato che non ha abbandonato il sogno di candidare il generale, autore di un libro omofobo e pronto a negare la definizione di “femminicidi”, alle prossime europee. Una conferma data nel giorno in cui al militare è arrivata la notifica dei rilievi disciplinari sul suo testo ormai bestseller Il mondo al contrario.

Ma anche nel giorno in cui il maître à penser in mimetica è intervenuto sull’omicidio di Giulia Cecchettin, 22enne uccisa dal suo ex fidanzato. «Non mi piace chiamarlo femminicidio. Mi sembra importante evidenziare che siamo tutti uguali davanti alla violenza», ha detto alla Stampa. E il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, alla vigilia del funerale della giovane, nel pomeriggio ha ribadito: «Vannacci la pensa come noi, sembra davvero un leghista quando parla».

La scrivania a Roma

Vannacci è arrivato oggi a Roma, dove doveva iniziare il periodo di affiancamento per poi ricoprire il ruolo di capo dello stato maggiore del Comando forze operative terrestri. Ad attenderlo sulla nuova scrivania, però, ha trovato la notifica dei rilievi disciplinari.

Il caso risale ad agosto, e la contestazione è partita il 1° dicembre. Domenica Guido Crosetto, commentando la nomina, aveva spiegato che Vannacci «non è stato né promosso né retrocesso», ma gli hanno dato un ruolo che gli competeva «per grado, esperienza e diritto, in attesa che il procedimento disciplinare faccia il suo corso». Il ministro della Difesa ha annunciato che se ne sta occupando il generale di corpo d’armata Mauro D’Ubaldi.

Vannacci rischia dal richiamo alla consegna di rigore (la chiusura in stanza fino a 15 giorni). A seconda della gravità, può arrivare anche la sanzione di stato, che prevede la sospensione. Ora Vannacci dovrà difendersi e la commissione dovrà valutare la documentazione. Il cambio di ruolo invece gli era stato preannunciato il 22 novembre, e allora ha chiesto una licenza per motivi familiari, non ieri come trapelato in un primo momento. «Ho trovato molto grave la fuga di notizie che ha anticipato anche il mio comunicato ufficiale», ha commentato Crosetto, «e sono particolarmente amareggiato non soltanto di questo fatto, ma anche di tutte le illazioni che sono circolate da agosto a oggi su questa vicenda».

Le accuse possono rientrare nella violazione di due articoli del codice dell’ordinamento militare: il 1350 e il 1483. Nel primo caso lo scrittore non si deve qualificare come appartenente alla Difesa, e non può parlare di questioni attinenti al suo servizio. Situazioni entrambe menzionate, bisognerà capire se colpevolmente. A questo si aggiunge che le Forze armate devono in ogni circostanza mantenersi al di fuori dalle competizioni politiche: lui cita negativamente i parlamentari del Pd Alessandro Zan, Laura Boldrini, Pier Luigi Bersani.

Chi parla e chi tace

In mattinata, Vannacci ha avuto modo di ampliare il suo raggio d’azione. «Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne», ha detto. «Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti. Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli». E sui femminicidi «l’assassinio di un tabacchino lo chiameremo commercianticidio?». La Lega si schiera. Forza Italia e Fratelli d’Italia prendono le distanze. «Il caso Vannacci?», ha detto il capogruppo di FI Maurizio Gasparri, «L’ho sempre seguito poco». Sul resto condivide Crosetto. Il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli (FdI), ha smentito ipotesi di candidature del suo partito, pur ricordando che non è ineleggibile. Inoltre non condivide ciò che ha detto, aggiungendo: «Visto che è in servizio».

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