Papa Francesco ha aggiornato il codice di procedura penale dello Stato Città del Vaticano con un Motu Proprio in materia di giustizia. La modifica riguarda la possibilità di diminuire la pena per un colpevole che abbia dimostrato di essersi pentito del reato commesso.

In particolare, il pontefice è intervenuto sull’articolo 17, inserendo un 17 bis che prevede una «detrazione» della condanna « da 45 a 120 giorni per ogni anno di pena scontata» per il «condannato che durante l’esecuzione della pena abbia tenuto una condotta tale da far presumere il suo ravvedimento e abbia proficuamente partecipato al programma di trattamento e reinserimento». La nuova misura ha l’obiettivo di rendere più efficace il «reinserimento nella società» del detenuto.

Come funzionerà la norma

L’idea alla base della modifica è che all'inizio dell'esecuzione, il condannato elabori, d'intesa con il giudice dell'esecuzione, un programma di trattamento e reinserimento contenente l'indicazione degli impegni specifici che assume anche «al fine di elidere o di attenuare le conseguenze del reato, considerando a tal fine il risarcimento del danno, le condotte riparatorie e le restituzioni». Il condannato può quindi proporre lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, di attività di volontariato di rilievo sociale o condotte volte a promuovere la mediazione con la persona offesa. In ogni caso la riduzione della pena non è incondizionata solo alle azioni precedenti alla detrazione. Il comma, infatti, conclude ammonendo che «la condanna per delitto non colposo commesso nel corso dell'esecuzione successivamente alla concessione del beneficio ne comporta la revoca».

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