I social network stanno cambiando, mentre la presidenza di Donald Trump si avvicina. In nome di una presunta libertà di parola, Mark Zuckerberg ha annunciato l’eliminazione dei fact-checkers di Facebook e Instagram. Elon Musk, il proprietario di X (l’ex Twitter) e braccio destro di Trump, ha reso la piattaforma uno spazio in cui i discorsi d’odio circolano con facilità.

Il rischio che i social diventino megafoni di disinformazione e contenuti sempre più polarizzati è concreto. Questa metamorfosi influenza le scelte degli utenti dei social? C’è una tendenza a usarli meno, a cancellare i propri account, o c’è indifferenza su questi temi? Ecco cosa hanno risposto i lettori e le lettrici della newsletter, Oggi è Domani.

L’eliminazione degli account

Molti lettori hanno deciso di abbandonare Facebook e X in seguito ai cambiamenti e c’è anche chi non li ha praticamente mai utilizzati. Alcuni dicono di essere stufi dei contenuti polarizzati e falsi, altri parlano della necessità di boicottare le piattaforme. Altri ancora hanno deciso di informarsi sui giornali e non sui social.

  • «Ho cancellato l’account. Punto»
  • «Ho cancellato il mio account X. Cancellerò il mio account Facebook. Ne ho abbastanza di  irresponsabili, istigatori di violenza e di odio e adulti-adolescenti»
  • «Ho chiuso l'account su X, non posterò per ora su Facebook. Uso Instagram, ma solo per scopi professionali della mia attività. L’unica arma che abbiamo è il boicottaggio, come ai vecchi tempi!»
  • «Da molto non le utilizzo: lo consiglio a tutti»
  • «Elimino la mia presenza online e mi concentro sui quotidiani»
  • «Difficile, ma possibile limitarsi su WhatsApp e utilizzare alternative. Non uso altri social. Ho un account Facebook su cui vado raramente e solo per cercare nei gruppi che mi interessano. Non scrivo e non leggo post. Mi informo tramite giornali e podcast»
  • «Ho praticamente abbandonato X, che prima usavo tanto per informarmi di tante cose seguendo giornali, giornalisti eccetera, perché cambiando gli algoritmi non trovavo più nulla di interessante, molti profili fake, per lo più notizie dai profili della la mia bolla e la chiara impronta della nuova gestione nel tipo di informazioni. Anche il logo è tetro e inquietante»
  • «Usavo X molto saltuariamente, quasi solo per postare petizioni a cui ho aderito. Non usavo praticamente mai Facebook. Ho quindi deciso di cancellare entrambi i miei account»
  • «Ho eliminato Facebook, il grosso di quello che per me è inaccettabil - fake news, propaganda reazionaria pro-leader forte e nazional-razzista, complottismo - alberga tutto su quel social»
  • «Non ho mai usato Instagram né tantomeno X perché essi limitano il numero di caratteri e in tal modo si possono esprimere soltanto affermazioni, senza possibilità di argomentare»

Utilizzo limitato e social alternativi

Alcuni lettori e lettrici hanno deciso di limitare il loro utilizzo dei social più frequentati. C’è chi parla di maggiore cautela nell’utilizzo alla luce dei cambiamenti delle piattaforme e chi invece ha deciso di esplorare social alternativi, come Threads e Bluesky.

  • «Ho smesso di usare Facebook da anni, X lo usavo per seguire alcuni giornalisti che negli ultimi tempi se ne sono andati e a breve cancellerò l'account anche io. Instagram continuo a usarlo per svago, ma senza postare nulla, mentre Tik Tok è quello che più mi piace e intrattiene con contenuti interessanti proposti dal famoso algoritmo che legge la mente. Al momento non ho voglia di esplorare i "nuovi" Threads e BlueSky, ma non lo escludo prossimamente, soprattutto per il secondo»
  • «Possibile che io passi a Bluesky»
  • «Ho abbandonato X da tempo in favore di Threads, Facebook lo uso poco, più che altro per la gestione di una pagina. Vediamo un po’ come andrà, per ora applico più cautela, ma non escludo di modificare ulteriormente il mio utilizzo in futuro, se la situazione dovesse peggiorare»
  • «Su Instagram ho ristretto al massimo, limitando il tempo di frequentazione a 30 minuti giornalieri»

I pericoli dei social

Molti poi hanno parlato dei rischi legati all’utilizzo dei social, anche prima di questi cambiamenti. Alcuni hanno raccontato di essere stati condizionati molto negativamente dai contenuti violenti che circolano sulle piattaforme. Altri di essersi sentiti disturbati dai messaggi aggressivi e disinformativi. C’è chi preferisce tutelare la propria salute mentale e produttività facendone a meno. E chi ha segnalato i rischi di assuefarsi e di perdere la capacità di approfondire le informazioni oltre i social. C’è poi chi ha parlato della necessità di avere strumenti per gestirli, soprattutto per i più giovani.

  • «Ho 24 anni, ho avuto un account su tutte le piattaforme di Meta circa dai miei 15 anni. Il mio rapporto con i miei coetanei era strutturalmente legato a questi social, così come il mio rapporto con l’informazione. A mio parere anche molto prima di questo volta faccia di Meta e la comparsa di Musk, i Reels erano una formidabile arma di propaganda (di vario tipo, è forse questa la differenza ora). Anni fa ho avuto per mesi Reels di consigli relazionali molto violenti, che mettevano la donna in posizione subordinata. Siccome corrispondevano a cose che vedevo attorno a me, non ci facevo molto caso. I miei Reels mi hanno anche mostrato ripetutamente contenuti di persone che spiegavano il concetto di blasfemo e perché Charlie Hebdo "se la fosse cercata" (vivo in Francia). Siccome sono una donna, ho avuto anche video per mesi sulla necessità del velo integrale. Tutto questo in modo anodino, ben formattato, come se non fosse ideologico, ma semplicemente banale. A un certo punto mi resi conto durante delle conversazioni che mi erano entrate delle idee in testa che non erano le mie. In particolare penso di aver accettato delle cose da parte del mio ex compagno che non avrei accettato senza l'esposizione ai Reels. Mi resi conto che non potevo usare la mia forza di volontà per limitare questa intossicazione, siccome non posso lottare contro i migliori designer, machine learner e content creators del mondo. Sono due anni che non ho più nessun social e la mia qualità della vita è considerabilmente aumentata. Pensavo sarebbe stato difficilissimo, invece no. Ultima considerazione che è forse degna di indagine: ogni giorno sui mezzi pubblici vedo gente scrollare su TikTok per ore. Mi sembra che i ghanesi vedano soltanto video di altri ghanesi, le ragazze arabe soltanto di altre ragazze arabe, i neri cristiani soltanto di altri neri cristiani: che non sia una politica deliberata per rafforzare l'"entre-soi" e destabilizzare le nostre società?»
  • «Ho abbandonato X e Facebook perché aumenteranno i messaggi e contenuti aggressivi e disinformativi da cui sono già infestate da molto tempo, e che mi creavano un autentico disturbo nel frequentarle»
  • «Possibile che prima o poi cancelli tutti gli account, certo, tutto quel che gira sui social mi torna tramite le chiacchierate con alcuni amici o le news sui giornali, ma preferisco per la mia salute mentale e la mia produttività farne meno parte possibile. Il problema non è "l'igiene dei social" in termini di fact-checking e censure più o meno giuste, ma come queste piattaforme e chi le usa le utilizzino per aizzare certa gente di bassissimi istinti e gonfiare le proprie interazioni. Questo non avrà più freni e torneranno tantissimi account pieni di odio, fake news e complotti che millantano "informazione libera"»
  • «A prescindere dal mio pensiero, queste decisioni non fanno altro che far perdere ulteriori consensi al mondo virtuale. Decisioni dovute per chi ci crede e chi deve comportarsi così, ma sinceramente anche con un potere di diverso orientamento il mondo virtuale resta e resterà sempre tale»
  • «Oggi ci scopriamo assuefatti a questo modo di gestire le informazioni, qualora non fosse addirittura una vetrina sociale per gestire le relazioni. Per me è difficile trovare un altro aggregatore di notizie altrettanto efficace come queste piattaforme. Non ne sto contraendo l'uso, del resto ho dei feed molto scarni e livelli di interazione con i miei pubblici quasi nulli. Per fortuna sono in grado di approfondire, infatti sono vostro abbonato»
  • «Per quanto riguarda il fact-checking sui social, ritenevo già anomalo che il fornitore Zuckerberg si arrogasse il diritto di sancire la veridicità di quanto pubblicato. Ciò non significa che non debba esserci il fact-checking, ma che dovrebbe essere affidato ad un ente terzo sovranazionale e soggetto a sanzioni. Siamo arrivati all'assurdo che per la carta stampata (e la versione telematica dei quotidiani) esiste un Direttore responsabile che si assume la responsabilità di ciò che viene pubblicato sui suoi media e che sui social non c'è nessun responsabile. Anche se la diffusione di notizie false e tendenziose potrebbe avere conseguenze ben più disastrose, vista la pervasività dei social media a livello internazionale. Non si può pensare che si debba dedicare tempo più al fact-checking che alla fruizione dei mezzi di informazione e ciò è soprattutto deleterio per le giovani menti non ancora "attrezzate" per valutare la veridicità delle informazioni. L'Australia, onde ovviare a questo problema, ha approvato una legge che vieta l'utilizzo dei social media a persone di età inferiore ai 16 anni. Questo provvedimento non va interpretato come una censura, ma come una precauzione volta a salvaguardare la formazione della popolazione. D’altra parte ogni professione, prima di essere esercitata, richiede un periodo di formazione scolastica di minimo 13 anni e il superamento di un esame finale. Anche per l'abilitazione alla guida di un’auto si richiede un'età superiore ai 18 anni e il superamento di un esame, anche se la guida di un veicolo consiste nel "dominio" di un mezzo il cui comportamento non varia nel tempo, mentre le informazioni sui social media sono dinamiche e spesso veicolate in modo subdolo. Insomma i ragazzi dovrebbero essere dotati di "algoritmi" interpretativi delle informazioni prima di essere frastornati di dati»

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