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Negli ampi margini dell’accordo di centrodestra sulla giustizia, ogni partito va per conto suo e le distanze rimangono forti, soprattutto sul tema del carcere.
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Proprio la giustizia, infatti, è uno dei settori su cui il tre partiti hanno visioni molto diverse e su cui il programma condiviso rimane volutamente molto generico, prevedendo la separazione delle carriere tra giudici e pm e la «riforma del Csm e del processo civile e penale».
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Tutte e tre sono appena approvate dal governo Draghi con la Lega e Forza Italia in maggioranza e definite da Fratelli d’Italia «del tutto inadeguata».
Per la campagna elettorale, Silvio Berlusconi rispolvera un suo storico cavallo di battaglia: l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione sia di primo che di secondo grado. Ovvero il fatto che l’accusa non possa proporre ricorso, nel caso in cui l’imputato venga assolto in uno dei due gradi di giudizio perché «un cittadino ha diritto a non essere perseguitato per sempre», ha spiegato Berlusconi, che ha annunciato anche di candidarsi al collegio uninominale di Monza per il Senato. Un pro



