Continua il tentativo del Movimento 5 Stelle di ripescare gli ex parlamentari esclusi dal vincolo dei due mandati, ma particolarmente apprezzati dal presidente Giuseppe Conte. Per la seconda volta, infatti, i grillini avrebbero tentato di collocare l’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, all’interno di uno degli organi della magistratura.

Il primo tentativo andato a vuoto era stato con il Consiglio superiore della magistratura, dove Bonafede era stato dato in testa come componente laico in quota Cinque stelle. Sulla carta una nomina azzeccata. Saltata, però, per una ragione oggettiva: l’ex ministro, infatti, non aveva i requisiti richiesti dalla Costituzione di quindici anni di esercizio effettivo della professione di avvocato.

Un secondo tentativo sarebbe nuovamente fallito ieri e per la stessa ragione. In parlamento, infatti, era prevista la votazione per eleggere i 12 laici dei consigli di presidenza amministrativa, contabile e tributaria. Ovvero, la componente di minoranza scelta dalla politica che siede negli organi delle magistrature speciali che sono l’equivalente del Csm. Dopo ben tre rinvii, infatti, ieri è stato il giorno del voto e già dalla mattina più fonti hanno anticipato che si lavorava per far eleggere Bonafede in uno dei tre consigli, utilizzando il posto che il governo aveva riconosciuto al M5S.

Anche in questo caso, però, l’ipotesi è durata il tempo di una verifica alla legge che disciplina gli organi. Il requisito di eleggibilità per i laici negli organi di governo autonomo delle magistrature speciali, infatti, è ancora più selettivo di quello previsto per il Csm: «avvocati con venti anni di esercizio professionale», recita la norma. E l’albo degli avvocati di Firenze a cui Bonafede è iscritto dal 2006 non mente.

Risultato: i grillini dovrebbero ripiegare su un altro nome noto e molto legato a Conte, quello di Fulvio Gigliotti, professore di diritto privato a Catanzaro e già noto in quanto membro laico uscente del Csm.

Il caos sul voto

Intanto, però, sull’elezione dei laici si è scatenata la bagarre. La maggioranza di centrodestra, infatti, non ha ceduto alle richieste di equilibrio di rappresentanza dell’opposizione e ha ribadito il rapporto di 9 a 3, con un laico a testa per Pd, M5S e terzo polo. Il Pd ha deciso di non partecipare al volto, considerato inaccettabile l’arroganza di FdI nel non «tener conto del peso dei gruppi parlamentari» e il mancato rispetto della parità di genere, ha detto il capogruppo Francesco Boccia, stigmatizzando uno strappo senza precedenti. Senza accordo, però, non si è potuto procedere a una sorta di nomina a pacchetto di tutti (6 dalla Camera e 6 dal Senato) e si è dovuto votare per schede in entrambe le camere, con il rischio di mancanza della maggioranza qualificata richiesta. Il voto è avvenuto solo per i 6 membri eletti da palazzo Madama, mentre alla Camera l’ordine del giorno è saltato a causa della caduta della maggioranza sul Def.

Alla fine, i voti al Senato sono bastati e sono stati eletti i due membri laici del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Giorgio Fiorenza e Alessio Lanzi (anche lui ex membro laico del Csm in quota Forza Italia), entrambi proposti dal centrodestra. Per la votazione dei laici della giustizia amministrativa e della Corte dei Conti, invece, si è proceduto ad appello nominale con voto scritto. L’esito è stato quello dell’elezione solo dei due laici indicati dal centrodestra, Giovanni Doria per la giustizia amministrativa e Carmela Margherità Rodà per la Corte dei Conti. Ora il calendario del Senato cambierà per rifare posto al Def dopo il caos alla Camera, poi si dovrà procedere a una nuova votazione per eleggere gli ultimi due membri laici previsti, uno per la giustizia amministrativa e uno per quella contabile, su cui è mancata la maggioranza assoluta. 

Non cessa però quindi ancora la prorogatio dei vecchi consigli, che rimarranno attivi per il disbrigo degli affari correnti fino a quando non verranno nominati dalla Camera i laici mancanti. Per Corte dei Conti e giustizia tributaria, una prorogatio che dura addirittura dal luglio 2022.

 

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