Il cdm ha approvato le proroghe per il settore turistico, la moratoria sui reati dei no vax e lo stato di emergenza per i comuni alluvionati. La riforma costituzionale della Giustizia alla Camera. Sì anche al bavaglio nella pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare
Dopo il fine settimana parigino e l’incontro con Donald Trump, inizia la settimana decisiva per la legge di Bilancio e la premier Giorgia Meloni ha ripreso le fila del governo: ieri si è svolto un vertice sulla manovra di bilancio con i leader di maggioranza e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, subito dopo è iniziato il consiglio dei ministri. «L’incontro, svoltosi in un clima molto collaborativo, ha consentito di condividere alcuni aggiustamenti, in particolare sulle priorità della manovra: imprese, famiglie e sanità», si legge in una nota di Palazzo Chigi, con riferimento al via libera al decreto Milleproroghe. L’obiettivo è quello di ricucire le divisioni delle ultime settimane: oggi la commissione Bilancio della Camera inizia i lavori e per arrivare con un testo in aula entro il 18 dicembre. I nodi irrisolti, tuttavia, rimangono.
Nel vertice si è concordato di inserire in manovra che i lavoratori dipendenti che hanno anche redditi da prestazioni professionali autonome potranno avere su queste ultime l'applicazione della flat tax al 15 per cento se il reddito da lavoro dipendente non supera i 35.000 euro. Oggi il tetto è fissato a 30.000 euro. Inoltre, secondo fonti leghiste, ha avuto il via libera anche un taglio dell’Ires del 4 per cento per le imprese che investono i loro guadagni in azienda e assumono.
Le risorse necessarie, pari a 400 milioni di euro, saranno trovate attraverso un contributo da banche e da assicurazioni. Piccoli ritocchi, quindi. A rimanere fuori, invece, è il più sostanzioso taglio dell’Irpef per il ceto medio: «La misura potrà essere varata solo dopo il consolidamento dei conti pubblici», è quanto è trapelato dal vertice. Subito dopo il cdm, Meloni ha convocato un vertice sulla crisi in Siria, con i ministri competenti e l'intelligence.
Il milleproroghe
Tra le misure, il decreto contiene cinque proroghe dei termini per l’erogazione dei contribuiti a sostegno del turismo, per la conclusione di alcuni interventi per le imprese turistiche, per la realizzazione di impianti fotovoltaici, per la stipula dei contratti assicurativi in capo alle imprese per la copertura dei rischi catastrofalie di quelli a tempo determinato superiori a 12 mesi e inferiori a 24.
Nel testo, inoltre, dovrebbe esserci anche la cancellazione dei procedimenti amministrativi nei confronti dei no vax e anche l’annullamento delle multe fino a 100 euro già irrogate. Nuova proroga anche per lo scudo erariale agli amministratori pubblici, che ora arriva al 30 aprile 2025. Il governo ha anche approvato, su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, lo stanziamento di 28 milioni e 100 mila euro per la Regione Siciliana per far fronte al grave deficit idrico e lo stato di emergenza per 12 mesi per i comuni alluvionati della Lombardia, della Calabria e prorogato quello dell’Emilia Romagna, con stanziamento di ulteriori fonti. Il cdm ha anche approvato in via definitiva il decreto legislativo sui controlli sul denaro contante in entrata nell'Unione europea o in uscita dall'Unione.
Via libera ha anche ottenuto il decreto legislativo che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare personale fino a quando non siano concluse le indagini preliminari. La stretta - già fortemente criticata dall’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione nazionale della stampa come «norma bavaglio» – impedisce di riportare in modo letterale il contenuto degli atti, che potranno solo essere citate per riassunto. Il testo, frutto della battaglia del deputato di Forza Italia Enrico Costa, non prevede però un nuovo apparato sanzionatorio per i giornalisti.
La riforma della giustizia
Intanto, è arrivata ieri in aula alla Camera la riforma costituzionale della Giustizia, accolta in particolare da Forza Italia come «un momento storico» alla memoria di Silvio Berlusconi.La riforma costituzionale, infatti, contiene la misura simbolo della separazione delle carriere dei magistrati giudicanti da quelli requirenti. Prevede di conseguenza anche la creazione di due Csm, da cui viene scorporata la funzione disciplinare e assegnata ad un’unica Alta corte. Infine, prevede che i consiglieri vengano scelti attraverso il sorteggio puro.L’iter di approvazione sarà lungo: essendo una legge costituzionale serviranno due passaggi alle camere e dunque si arriverà a settembre 2025 secondo le previsioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Poi, con tutta probabilità secondo le dichiarazioni delle opposizioni, ci sarà anche un referendum confermativo all’inizio del 2026.
Politicamente, la riforma partita in sordina ora è diventata il cavallo di battaglia anche della premier Giorgia Meloni: unificante per la maggioranza, con il vantaggio di aggregare anche Italia viva e Azione. Contrarie, invece, Pd, Avs e Movimento 5 Stelle, secondo cui la riforma ha l’obiettivo di indebolire la magistratura. In aula il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha difeso la bontà del testo, dicendo che «non tocca l'indipendenza e autonomia della magistratura. Non è un intervento punitivo e non ha una componente ideologica». Un dato, tuttavia, è certo: la riforma riguarda l’ordinamento giudiziario, già modificato dalla riforma Cartabia, e dovrà esprimersi anche il Csm. Contro hanno già preso posizione tutti i gruppi associativi e l’effetto, dunque, sarà un nuovo scontro tra toghe e governo.
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